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Riforma della giustizia: separazione delle carriere e autonomia magistrati

Il Consiglio dei ministri approva provvedimento epocale in 20 minuti

Riforma della giustizia: separazione delle carriere e autonomia magistrati

Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma della giustizia in una riunione lampo durata solo venti minuti. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito il provvedimento come epocale, basato su tre principi fondamentali: la separazione delle carriere, la composizione e l’elezione del Csm.

La riforma prevede la creazione di due distinti Consigli superiori, uno per la magistratura giudicante e uno per la magistratura requirente. Questo garantirà che il pm rimanga indipendente dal potere esecutivo e goda delle stesse garanzie di indipendenza dei giudici.

È stata istituita anche un’Alta Corte come organo disciplinare per tutti i magistrati, con una composizione idonea a garantire autonomia e indipendenza da altri poteri. La Corte è composta da diciotto giudici, nominati dal presidente della Repubblica, dal Parlamento e tra gli appartenenti a tutte le magistrature.

Il vicepremier Matteo Salvini ha festeggiato il via libera alla riforma, sottolineando l’importanza di eliminare la politica dai tribunali e garantire la separazione delle carriere tra Pm e giudici. Anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha accolto positivamente la riforma, affermando che porrebbe fine al condizionamento politico delle toghe.

Carlo Nordio, ministro della Giustizia  - Foto da video Governo
Carlo Nordio, ministro della Giustizia – Foto da video Governo

Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato che la riforma è stata portata avanti in nome di Silvio Berlusconi, evidenziando l’importanza della separazione delle carriere come uno dei suoi progetti principali.

Tuttavia, non tutti hanno accolto positivamente la riforma. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Gianluca Santalucia, ha criticato il provvedimento, definendolo un passo indietro rispetto all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. Il ministro Nordio ha risposto alle critiche sottolineando l’importanza di accettare la sovranità popolare.