La proposta di legge Ius Italiae: cittadinanza e integrazione
Il confronto tra Ius Italiae e Ius Soli nella proposta di Forza Italia

Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, insieme ai capigruppo al Senato e alla Camera, Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, ha presentato la proposta di legge per concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati regolari, denominata Ius Italiae. Questa iniziativa, annunciata a fine estate, ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della coalizione di governo, soprattutto da parte della Lega di Matteo Salvini.
La proposta dei forzisti si discosta notevolmente dal concetto di Ius Soli sostenuto dal Partito Democratico di Elly Schlein, il quale prevede la concessione della cittadinanza a tutti i nati in Italia. Al contrario, il progetto di Forza Italia si ispira all’Ius Scholae, che richiede un percorso educativo e di integrazione per ottenere la cittadinanza.
Il cambio di nome da Ius Scholae a Ius Italiae sembra essere stato studiato per rassicurare gli alleati, che difendono l’idea che la cittadinanza debba essere meritata e che temono possibili abusi. Con questa scelta, Tajani mira a ottenere consenso tra gli alleati, sfruttando il sentimento di orgoglio nazionale e la retorica tipica della destra al governo.
Nella proposta, Tajani sottolinea l’importanza di acquisire la cittadinanza italiana attraverso un percorso formativo che includa la conoscenza della lingua, della storia e della geografia del Paese, nonché della Costituzione e dell’educazione civica. Si propone un periodo di dieci anni di scuola dell’obbligo come requisito per diventare cittadini italiani, anziché i cinque anni inizialmente ipotizzati.
La proposta conferma il principio dello ius sanguinis, ma limita la discendenza fino al bisnonno, evitando così possibili abusi e truffe legate alla cittadinanza. Tajani sottolinea che la cittadinanza non deve essere considerata un privilegio, ma un impegno serio e responsabile.
La proposta è stata presentata dopo la raccolta di oltre 600 mila firme per il referendum sulla cittadinanza e in seguito a un sondaggio che indica il favore del 42% degli italiani verso un ampliamento delle norme sulla cittadinanza.
Tajani ha dichiarato di aver avviato un dialogo con gli alleati per discutere la proposta e si è detto disponibile a valutare eventuali correzioni. Ha sottolineato che la proposta non è contro nessuno, ma mira a risolvere una questione importante.
La proposta di legge prevede che gli stranieri nati in Italia o arrivati entro il quinto anno di età, che risiedono ininterrottamente per dieci anni nel Paese e completano con successo il percorso scolastico obbligatorio, possano ottenere la cittadinanza italiana già a 16 anni. Questo cambiamento, se approvato, potrebbe risolvere diversi problemi legati alla cittadinanza ritardata per i giovani immigrati.
La richiesta di cittadinanza per i minorenni dovrà essere presentata da un genitore, altrimenti potrà essere fatta direttamente dal ragazzo al compimento del diciottesimo anno. La proposta riduce anche i tempi di attesa per le richieste di cittadinanza legate al matrimonio, all’adozione o alla residenza in Italia.
La proposta prevede inoltre un contributo economico per le pratiche di riconoscimento della cittadinanza richiesta dagli oriundi e un tempo limite per il completamento delle pratiche da parte dei Comuni.

