Tajani: Manovra e Autonomia Differenziata, le sfide del governo
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri scuotono la politica italiana

Dopo il dibattito acceso sullo Ius Scholae, con Forza Italia che sta elaborando una proposta di legge destinata a generare forti contrasti nella maggioranza e le polemiche sul voto in Austria, con Antonio Tajani che ha sollevato la questione dei movimenti neonazisti scatenando le reazioni della Lega di Matteo Salvini, alleata con l’estrema destra austriaca, il ministro degli Esteri torna a suscitare agitazione nel governo, intervenendo su due temi cruciali come la prossima Legge di bilancio e l’Autonomia differenziata.
La prima mossa, seppur sottile, è stata il commento sulle dichiarazioni del collega Giancarlo Giorgetti, che ha annunciato una manovra “lacrime e sangue”, prendendo di sorpresa il governo e i mercati finanziari. Tajani ha dichiarato: “Finché saremo noi al governo, non ci saranno nuove tasse per gli italiani”. Ha aggiunto: “Siamo fermamente contrari all’idea di introdurre nuove imposte. Alcune parole sono state fraintese”.
Obiettivamente, le dichiarazioni del ministro dell’Economia lasciano poco spazio a interpretazioni: è un fatto che manchino circa dieci miliardi per chiudere la Manovra 2025. Tajani ha di fatto annunciato la sua opposizione all’aumento delle imposte, anticipato goffamente da Giorgetti, aprendo un fronte di discussione all’interno del governo in vista delle prossime settimane.
Non solo. Tajani ha preso di mira anche la legge sull’Autonomia differenziata a firma Roberto Calderoli, in particolare riguardo all’export, su cui il vicepremier si era già espresso a luglio. Ha sottolineato: “Bisogna vigilare affinché l’Autonomia differenziata venga applicata correttamente. Per quanto riguarda il commercio estero, c’è una competenza nazionale unitaria: non possiamo permettere alle Regioni di sostituire lo Stato. L’export rappresenta il 40% del Pil. Non possiamo sottovalutare questo aspetto”.
La questione riguarda direttamente Tajani, poiché le competenze in materia ricadono sotto il suo ministero. Un nodo che non è stato ancora risolto, poiché il leader di Forza Italia ha ribadito con forza la sua opposizione a eventuali cambiamenti in tal senso. Ha dichiarato: “Ho scritto al ministro Calderoli sollevando il problema dell’export e sottolineando i limiti. Regionalizzare l’export è un errore, poiché serve una strategia globale e non può essere gestito separatamente da ogni Regione. Vogliamo forse una competizione tra i vini pugliesi e veneti? Tra l’olio ligure e quello pugliese?”.
Le divisioni sulla questione dell’Autonomia si fanno sempre più evidenti all’interno della maggioranza, con Forza Italia che ha già annunciato la sua ferma posizione sui Livelli essenziali di prestazione, rifiutando ulteriori deleghe alle regioni. Tajani ha spiegato: “Ho scritto al ministro Calderoli perché, sebbene le Regioni possano favorire l’esportazione, ci sono competenze che non possono essere trasferite. In questo caso, dobbiamo avere una visione strategica. Una parte così significativa della nostra economia non può essere affidata alle Regioni. Questo è stato espresso chiaramente. Ad esempio, la Regione Piemonte non ha richiesto questo e mi sembra una scelta saggia”.
