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Scandalo ambientale all’Itrec di Trisaia: tracce di uranio anomale

Indagini e sequestri nel centro di smaltimento di scorie radioattive

Scandalo ambientale all’Itrec di Trisaia: tracce di uranio anomale

Il caso dell’Itrec di Trisaia, il centro di smaltimento di scorie radioattive situato in provincia di Matera, ha recentemente raggiunto un punto critico dopo anni di denunce, indagini e accertamenti. Gestito dalla Sogin, il sito è al centro di un’indagine per una presunta contaminazione delle falde acquifere derivante dalla lavorazione di combustibili radioattivi.

Il 26 settembre, 16 persone sono state indagate dalla Procura con l’accusa di sversamento di materiali tossici, segnando un momento cruciale nella vicenda. Successivamente, i Carabinieri hanno effettuato un maxi sequestro all’interno dell’Itrec di Trisaia, ponendo sotto sequestro un’area di 600 metri quadri dopo aver effettuato campionamenti di terreno prelevati da cumuli già stoccati, in attesa di analisi e smaltimento.

Durante i controlli su uno dei lotti pronti per lo smaltimento, sono state rilevate tracce di uranio arricchito U234-U235, non riconducibili ai radionuclidi uranio-torio precedentemente depositati nel sito. Il centro aveva ricevuto 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio tra il 1969 e il 1971 da un reattore americano, per condurre ricerche sui processi di ritrattamento e rifabbricazione delle scorie, fino alla chiusura nel 1987 a seguito del referendum che ha posto fine all’esperienza nucleare italiana.

La scoperta delle nuove tracce radioattive, non in linea con quelle trattate nel centro, solleva interrogativi e potrebbe aprire nuovi scenari investigativi. Tuttavia, i livelli di contaminazione non rappresenterebbero un pericolo immediato per i lavoratori, l’ambiente e la popolazione, come confermato dai Carabinieri. Resta da approfondire il motivo di queste tracce anomale e la loro provenienza sconosciuta.