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Polemiche sull’invio di addestratori europei in Ucraina

Discussione in corso tra Stati membri dell'UE e Ucraina

Polemiche sull’invio di addestratori europei in Ucraina

I soldati dei Paesi dell’Unione europea non partiranno per una missione di addestramento in Ucraina, almeno per il momento. L’ipotesi, a lungo circolata a Bruxelles e recentemente rilanciata da alcune indiscrezioni stampa, rimane ancora in fase di discussione. Durante il Consiglio informale Difesa di venerdì, l’Alto rappresentante del blocco per la politica estera, Josep Borrell, ha chiarito che non c’è accordo tra i 27 Stati membri sull’invio di addestratori europei in Ucraina per un addestramento sul campo.

La richiesta di addestramento sul suolo ucraino era stata avanzata dal Servizio per l’azione esterna guidato da Borrell. Secondo un documento interno reso noto dal quotidiano tedesco Die Welt, Bruxelles sta valutando la possibilità di avviare una missione di questo tipo, a condizione che siano soddisfatte le necessarie condizioni politiche e operative. Kiev ha espresso il desiderio di ricevere questa formazione sul campo, ritenendola più rapida, conveniente e logisticamente più agevole rispetto all’addestramento dei soldati ucraini che alcuni Paesi dell’UE stanno già svolgendo nei propri territori nell’ambito della missione europea EUMAM.

Tuttavia, la richiesta di Kiev sembra incontrare ostacoli, soprattutto per motivi politici. Mentre Polonia e Paesi baltici sono favorevoli all’invio di addestratori Ue in Ucraina, un fronte ampio di Stati membri, tra cui Germania e Italia, si oppone all’idea. Alcuni ministri della Difesa europei hanno evidenziato i rischi connessi a questa proposta, sottolineando la necessità di mantenere l’unità e considerare le implicazioni militari e politiche.

Nel frattempo, le discussioni sull’EUMAM potrebbero portare all’apertura di una cellula a Kiev per migliorare il coordinamento con le forze armate ucraine sul campo, come suggerito da Borrell, senza fornire dettagli specifici su come funzionerebbe questa cellula.

La polemica si è accesa anche riguardo all’uso di armi a lungo raggio europee da parte dell’Ucraina contro obiettivi militari in Russia. Alcuni ministri europei hanno sollevato dubbi su questa possibilità, mentre il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato la necessità di evitare ogni possibile escalation e di agire con serietà, pur sostenendo l’Ucraina.

Borrell ha risposto alle critiche, affermando che non si tratta di essere in guerra con la Russia, ma di permettere all’Ucraina di difendersi in conformità con il diritto internazionale. Il ministro ucraino Dmytro Kuleba ha ribadito la necessità di reagire di fronte alla situazione attuale.

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Staff
  • PublishedAugust 30, 2024