Polemiche sulla nuova classe multiculturale alla scuola Goethe di Bolzano
Dibattito su inclusione e discriminazione nel sistema scolastico altoatesino
La scuola elementare di lingua tedesca Goethe, situata nel centro storico di Bolzano, ha preso una decisione che ha destato molte discussioni: ha introdotto per la prima volta una prima classe formata esclusivamente da bambini italiani e migranti, escludendo i bambini di madrelingua tedesca. Questa iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che la definiscono una “classe speciale” e altri che la criticano definendola una “classe ghetto”.
L’ex sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, ha commentato ironicamente: “Spero almeno che tutti i bambini facciano la pausa insieme e che entrino dallo stesso ingresso”. Alcuni partiti politici locali, come la Svp e i Freiheitlichen, si sono schierati a favore dei bambini di lingua tedesca, mentre altri, come Fratelli d’Italia, hanno contestato la decisione definendola una “classe ghetto” e esprimendo preoccupazioni sul rispetto dei diritti costituzionali e sull’inclusione.
La decisione della scuola Goethe ha diviso anche la Südtiroler Volkspartei (Svp), con il presidente Dieter Steger che sostiene che questa sia l’unica scelta che non penalizza i bambini tedeschi. Tuttavia, l’assessore provinciale Philipp Achammer ha sottolineato che l’istituzione di classi speciali non è consentita dalla legge, mentre i Freiheitlichen hanno elogiato la decisione come necessaria per evitare promesse non mantenute.
La preside della scuola, Christina Holzer, ha spiegato che il 40% degli alunni ha difficoltà linguistiche, e che la nuova classe è stata creata per garantire un insegnamento efficace sia ai bambini italiani che a quelli migranti. In Alto Adige, dove vige il principio dell’insegnamento nella madrelingua, sempre più famiglie italiane scelgono le scuole tedesche nella speranza che i loro figli imparino la lingua di Goethe per avere migliori opportunità lavorative.
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