Il Partito Democratico e la rottamazione quater: ipocrisia politica
Critiche e polemiche sull'adesione alla definizione agevolata dei debiti contributivi
Il Partito Democratico avrebbe usufruito della rottamazione quater per i debiti contributivi, introdotta dalla prima legge di bilancio del governo Meloni. Secondo quanto riportato dal direttore di Open, Franco Bechis, analizzando la nota integrativa al bilancio 2023 del PD, è emerso che il partito ha presentato domanda per aderire alla Definizione agevolata, prevista dalla Legge n. 197/2022, per presunti debiti con enti previdenziali.
Con l’adesione alla rottamazione quater, il PD avrebbe richiesto e ottenuto di saldare i debiti versando solo l’importo residuo, senza sanzioni, aggio e interessi di mora. Non vi è nulla di illecito, poiché si tratta di una legge statale. Tuttavia, va sottolineato che i dem furono tra i primi a criticare aspramente tale normativa, definendola uno “schiaffo a chi è in regola” e un “condono” per favorire “criminali” ed “evasori”.
Giorgia Meloni non ha perso l’occasione per attaccare il PD attraverso i suoi canali social, ricordando le critiche mosse dai dem alla rottamazione quater. La leader di FdI ha evidenziato l’apparente ipocrisia nel beneficiare di una legge che in passato è stata duramente contestata. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, ha sottolineato la tendenza del PD a predicare bene e razzolare male, chiedendo il rispetto delle regole che poi viola abitualmente.
Al momento, dal PD non sono pervenute né conferme né smentite in merito, mentre Elly Schlein ha scelto di mantenere un silenzio imbarazzante. La situazione non sembra destare sorpresa, considerando il comportamento ambiguo e la doppia morale che spesso contraddistinguono il partito.