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Condanna per sottrazione di beni: ex compagno Santanchè condannato a 2 anni e 6 mesi

Vicenda dello yacht 'Unica' e altri procedimenti giudiziari della ministra del Turismo

Condanna per sottrazione di beni: ex compagno Santanchè condannato a 2 anni e 6 mesi

Il Tribunale di Milano ha condannato Giovanni Canio Mazzaro, ex compagno della ministra del Turismo Daniela Santanchè, a due anni e sei mesi di reclusione per sottrazione fraudolenta di beni e dichiarazione infedele dei redditi. Il giudice Emanuele Mancini ha anche ordinato la confisca di oltre 644 mila euro. La vicenda ha avuto inizio nel 2018 e riguarda la presunta schermatura della vendita dello yacht ‘Unica’ per evitare il Fisco.

Nel 2017, Mazzaro riceve un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate per 589 mila euro e dodici mesi dopo vende lo yacht alla società maltese Flyingfish Yachting Ltd per 393 mila euro. Nell’operazione è intervenuta la Biofood Italia Srl, società di cui Santanchè era presidente all’epoca. La senatrice di Fratelli d’Italia ha precisato di non avere alcun ruolo gestionale, operativo o strategico nella società e ha ottenuto l’archiviazione su richiesta della Procura.

L’avvocato Matteo Mangia, difensore di Canio Mazzaro, ha dichiarato che ricorreranno in appello, non essendo soddisfatti dell’esito del processo. Ha anche commentato la decisione del giudice sulla confisca, superiore a quella richiesta dal pubblico ministero.

Il pm Paolo Filippini aveva chiesto una condanna a 3 anni, ma il giudice ha riconosciuto entrambe le imputazioni contestate. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili tra 90 giorni.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è coinvolta in altri due procedimenti giudiziari riguardanti la sua attività imprenditoriale. La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per lei e altre 16 persone, tra cui l’attuale compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, in un’inchiesta per falso in bilancio sul caso Visibilia. Nell’altro processo, è accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps per presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid-19.

Secondo l’accusa, 13 dipendenti di Visibilia, società fondata da Santanchè, sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore e pagati con denaro pubblico per un totale di oltre 126 mila euro versati dall’Inps dopo gli aiuti varati dal governo Conte 2. Gli inquirenti sostengono che i dipendenti avrebbero continuato a lavorare nonostante la cassa integrazione.