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La complessa posizione dell’Italia sulla guerra in Ucraina

Contrasti e divergenze all'interno del governo riguardo all'invio di armi e alla posizione verso Putin

La complessa posizione dell’Italia sulla guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina continua ad avanzare, alimentata dall’invio di armi. Durante una delle sue dirette social, il vicepremier Matteo Salvini ha risposto a un suo follower, scatenando polemiche all’interno della maggioranza. Mentre la premier Giorgia Meloni si trova a Washington per discutere di spese militari e supporto a Kiev, esponenti di spicco della Lega, noti per la loro simpatia verso Vladimir Putin, esprimono posizioni divergenti rispetto alla linea ufficiale del governo e alle risoluzioni parlamentari.

La posizione ambigua della Lega era già emersa in passato, quando Salvini criticò l’invio di armi all’Ucraina e attaccò Emmanuel Macron per le sue dichiarazioni. L’intervento di Viktor Orban, che ha suscitato reazioni contrastanti all’interno dell’Unione Europea, ha trovato sostegno da parte di alcuni esponenti del cerchio magico salviniano.

Il generale Roberto Vannacci, fresco di elezione al Parlamento europeo, ha sottolineato che la cessione di armi all’Ucraina ha scarso impatto sul conflitto in corso e ha lodato l’iniziativa di Orban come un passo verso la ricerca di una pace negoziata. Tuttavia, la sua posizione ha diviso il gruppo dei Patrioti di Orban.

Il vicepremier e ministro agli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito l’impegno dell’Italia verso l’obiettivo del 2% di spesa militare concordato nella NATO, sottolineando il contributo italiano alle missioni di pace dell’alleanza atlantica.

Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha enfatizzato l’importanza di difendere l’Ucraina e condannare l’aggressione russa, sottolineando il sostegno bipartisan del Parlamento italiano a questa posizione.

Riccardo Molinari, capogruppo della Lega a Montecitorio, ha chiarito che Salvini non ha mai proposto di interrompere l’invio di armi all’Ucraina, ma ha sottolineato la necessità di una soluzione politica per porre fine al conflitto.

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Roberto Vannacci (LaPresse)
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Paolo Barelli (LaPresse)

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Staff
  • PublishedJuly 13, 2024