Politica

Referendum contro l’autonomia differenziata: opposizione unita per fermare lo ‘Spacca Italia’

Partiti e sindacati insieme per abrogare la legge che minaccia l'unità nazionale e le diseguaglianze territoriali

Referendum contro l’autonomia differenziata: opposizione unita per fermare lo ‘Spacca Italia’

Un quesito referendario è stato depositato in Cassazione da 34 soggetti, tra cui i principali partiti di opposizione, con l’obiettivo di abrogare l’autonomia differenziata, provvedimento varato dal governo Meloni. Davanti al Palazzaccio, rappresentanti di quasi tutti i partiti della minoranza parlamentare, insieme a Cgil, Uil e numerose associazioni come l’Anpi e il Wwf Italia, si sono uniti per presentare il quesito.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato: “È una bella giornata, siamo qui a presentare insieme alle forze politiche e sociali un quesito per fermare l’autonomia che spacca in due questo Paese che invece ha bisogno di essere profondamente ricucito nelle diseguaglianze territoriali che il Sud e le aree interne hanno pagato fin troppo”. Al suo fianco, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, insieme ai leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, Maria Elena Boschi per Italia Viva, Riccardo Magi per +Europa e Maurizio Acerbo per il Partito della Rifondazione Comunista.

Dopo il pronunciamento dell’Alta Corte, i promotori inizieranno la raccolta delle 500mila firme necessarie per indire la consultazione. Giuseppe Conte ha dichiarato: “Stiamo offrendo, con questo referendum, l’occasione ai cittadini di contrastare lo ‘Spacca Italia’. Lo firmeremo tutti insieme per evitare la condanna a morte della sanità, dell’istruzione, delle infrastrutture specialmente nelle aree più in difficoltà del Paese e per evitare che un macigno arrivi sulle imprese del Nord che rischiano di essere soffocate dalle burocrazie di 20 staterelli diversi”.

Anche il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, ha espresso il suo sostegno: “Coerentemente con la raccolta firme che stiamo facendo per il referendum sul lavoro pensiamo che occorra cancellare la legge sull’autonomia differenziata perché porta a differenziare i diritti, porta a un arretramento dei diritti e delle libertà”. Tra i sottoscrittori del referendum c’è anche la Rete dei Numeri Pari, rappresentata dal coordinatore nazionale, Giuseppe De Marzo, che ha affermato: “Se giocheremo la partita mobilitando il Paese, raccontando davvero quale disastro produrrebbe nelle vite di tutti e quanto insieme possiamo fare per cambiare in bene, non avremo solo impedito questo obbrobrio ma rilanciato il dibattito sulle vere priorità politiche.”

De Marzo ha sottolineato l’importanza della partecipazione dei cittadini e delle cittadine per rispondere a una crisi profonda, affermando che “senza la partecipazione e il protagonismo delle realtà sociali non sarà possibile riportare al voto la maggioranza dei cittadini e delle cittadine”. L’autonomia differenziata, se applicata, cambierà il volto della Repubblica, ne stravolgerà i principi, cancellerà la solidarietà nazionale in nome di un regionalismo asimmetrico che nasconde la secessione dei ricchi, spacca l’unità nazionale, fa esplodere le disuguaglianze, aggravando la drammatica crisi sociale e istituzionale.