Saturday, June 7, 2025
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Le sfide delle Ztl in Spagna: città in ritardo e resistenze politiche

La lotta per ridurre le emissioni nocive e migliorare la qualità dell'aria

Le sfide delle Ztl in Spagna: città in ritardo e resistenze politiche

Le città spagnole che non hanno ancora adottato le zone a traffico limitato (Ztl) sono ancora 13, nonostante una legge nazionale lo imponga. La lotta contro le emissioni nocive legate ai mezzi di trasporto in Spagna continua con risultati altalenanti. Mentre molti sindaci si sono prontamente attivati per implementare le restrizioni al traffico richieste dal governo e dall’Unione europea, altre città esitano, ritardano o addirittura si oppongono apertamente a tali regole. Questo può avvenire per diversi motivi, come l’opposizione di una parte della popolazione o le difficoltà pratiche legate alle caratteristiche urbane. Ciò che dovrebbe essere una decisione basata sul buon senso per tutelare la salute dei cittadini si trasforma spesso in una battaglia politica tra destra e sinistra, minando i principi alla base delle restrizioni. Inoltre, alcune amministrazioni hanno ricevuto finanziamenti dall’Unione europea per implementare le Ztl, ma queste risultano essere inesistenti o non rispettano i requisiti necessari.

Le zone a traffico limitato sono aree, di solito situate nel centro delle città, in cui è vietata la circolazione o il parcheggio dei veicoli più inquinanti, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini. Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, a settembre 2023 erano ancora 18 le città con più di 50.000 abitanti che non avevano avviato il processo richiesto dal governo spagnolo, in base alle normative dell’Unione europea. Cinque di queste città hanno dichiarato di essere sulla buona strada per implementare le Ztl, mentre le altre 13 non hanno comunicato nulla al ministero dei Trasporti. Tra queste città troviamo Valdemoro, Arganda e Aranjuez (Madrid), Motril (Granada), Barakaldo (Bizkaia), Ferrol (La Coruña), San Lúcar de Barrameda e El Puerto de Santa María (Cadice), Calvià (Maiorca), Orihuela (Alicante), Telde (Gran Canaria), Mijas (Málaga) e Arona (Tenerife).

Alcuni funzionari municipali hanno dichiarato che stanno preparando i piani per le future zone a traffico limitato, ma ritengono che il processo richieda mesi, se non anni, per essere completato. In molti casi, le zone a basse emissioni fanno parte di piani più ampi per la mobilità sostenibile, il che richiede ancora più tempo. Tuttavia, secondo enti ambientali e sanitari, questi ritardi non sono più giustificabili. Per questo motivo, diverse organizzazioni si sono unite per sostenere la campagna “Città Pulite”, che promuove il rispetto delle normative vigenti.

A Barcellona è stata istituita la più grande Ztl dell’Europa meridionale, nonostante molti altri comuni abbiano ritardato l’attuazione delle misure richieste. Secondo la portavoce della coalizione “Città Pulite”, Carmen Duce, alcune città sembrano “ribelli” poiché procrastinano l’applicazione della legge. Inoltre, l’organizzazione ha evidenziato che molte ordinanze sulla mobilità prevedono standard minimi che, se attuati, potrebbero non essere sufficienti a ridurre le emissioni inquinanti. Tra le città che faticano di più a implementare le Ztl ci sono anche tre con più di 100.000 abitanti: Barakaldo, Telde e San Cristóbal de La Laguna. La coalizione “Città Pulite” ha sottolineato che queste città dovrebbero avere le competenze tecniche necessarie per sviluppare tali piani, altrimenti potrebbero mancare di volontà politica nel tutelare la salute della popolazione.

Anche sulle principali isole spagnole il problema persiste. Il ministero dei Trasporti ha dichiarato che nessuna amministrazione isolana ha ancora istituito zone a basse emissioni. Questo è particolarmente preoccupante nelle isole frequentate dai turisti, come Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera nelle Baleari, e nelle Canarie (El Hierro, La Gomera, La Palma, Tenerife, Fuerteventura, Gran Canaria e Lanzarote). Per accelerare i progressi, i ministeri dei Trasporti e della Transizione ecologica stanno organizzando incontri per definire in modo coordinato cosa costituisca una zona a basse emissioni effettiva, al fine di evitare misure superficiali e inefficaci. Una volta stabiliti tali criteri, i due ministeri prevedono di poter sanzionare i comuni che hanno ottenuto finanziamenti europei per istituire Ztl senza rispettare correttamente le normative.

Nonostante le difficoltà, cinque città catalane hanno inaugurato le loro zone a basse emissioni a luglio di quest’anno, accompagnando l’implementazione con campagne informative sulle restrizioni e le nuove regole. Per facilitare l’adattamento dei cittadini, fino al primo settembre non saranno applicate sanzioni economiche ai trasgressori. Tuttavia, una volta superata questa data, non ci saranno più scuse per chi ignora le normative vigenti.

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