La sfida della Meyer Werft: bilancio in rosso e sede fiscale controversa
Il governatore della Bassa Sassonia e la lotta per la giustizia fiscale

Il governatore della regione-stato tedesca della Bassa Sassonia, Stephan Weil, ha inviato un chiaro messaggio ai dirigenti della Meyer Werft, un’azienda della cantieristica navale con sede a Papenburg, in Bassa Sassonia. L’azienda, fondata nel 1795, è uno dei principali produttori mondiali di navi da crociera e rappresenta un importante pilastro dell’economia regionale.
Nonostante la Meyer Werft abbia un portafoglio di commesse pieno, si trova ad affrontare un deficit di bilancio di 2,7 miliardi di euro a causa degli impatti della pandemia di Covid e della crisi energetica. Pertanto, l’azienda ha chiesto un aiuto economico al governo della Bassa Sassonia per salvaguardare migliaia di posti di lavoro, di cui 3.000 solo a Papenburg.
Il governo della Bassa Sassonia è disposto a sostenere l’azienda, ma pone come condizione che la Meyer Werft riporti la sua sede fiscale nella regione. Attualmente, l’azienda ha trasferito la sua sede fiscale in Lussemburgo nel 2015, beneficiando di vantaggi fiscali e sfuggendo al controllo del consiglio di sorveglianza tedesco.
Stephan Weil, esponente del partito socialista Spd, si è dichiarato pronto a concedere prestiti generosi all’azienda, a condizione che questa rispetti le leggi e il fisco tedeschi. Si tratta, secondo il governatore, di una questione di giustizia fiscale.
Il caso della Meyer Werft non è unico in Europa. Ad esempio, la Fca ha spostato la sua sede fiscale nel Regno Unito nel 2014, beneficiando di aiuti statali italiani per un ammontare significativo. Questi casi sollevano importanti questioni riguardanti la responsabilità fiscale delle aziende e il rispetto delle normative nazionali.
Links: