Dimissioni del portavoce del ministro Lollobrigida: chat con Diabolik e tensioni nel governo
Le dimissioni di Paolo Signorelli e le chat rivelate con Fabrizio Piscitelli scuotono il governo
Paolo Signorelli ha annunciato le sue dimissioni da portavoce del ministro Lollobrigida dopo la pubblicazione di alcune chat tra lui e Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, tratte dalla copia forense del telefonino di Piscitelli nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del capo ultrà, estremista di destra e trafficante di droga assassinato a Roma nell’agosto del 2019. Le conversazioni, risalenti al periodo tra metà dicembre 2018 e pochi giorni prima della morte di Piscitelli, sono caratterizzate da frasi antisemite e lodi ai terroristi.
Dopo la pubblicazione su Repubblica, Signorelli si era autosospeso e ora ha deciso di dimettersi da portavoce del ministro dell’Agricoltura. Ha dichiarato: “Le chat con Diabolik? Ero un altro uomo”. Signorelli ha spiegato la sua scelta motivandola con il desiderio di proteggere la sua famiglia e di non arrecare danni al governo. Ha sottolineato che quelle chat rappresentano un periodo passato a cui non si riconosce più e che non riflettono la persona che è diventata.
Paolo Signorelli, uomo di fiducia di Arianna Meloni, è stato coinvolto nella comunicazione della campagna elettorale a Roma e successivamente nello staff del marito di Meloni. A 38 anni, è il nipote di un esponente dell’estrema destra coinvolto in varie inchieste criminali.
Le chat tra Signorelli e Piscitelli rivelano dialoghi controversi, inclusi commenti antisemiti e riferimenti al terrorismo nero. La conversazione menziona anche il giornalista Gad Lerner e Elvis Demce, un pericoloso criminale romano assolto dall’accusa di omicidio nel dicembre 2018.
Il ministro Lollobrigida ha manifestato irritazione riguardo alla vicenda, rispondendo seccamente a un giornalista che gli chiedeva un commento sulla questione. La situazione ha portato a un’atmosfera tesa all’interno del suo staff.
