Economia

Tensioni post-elettorali: mercati in ribasso

Analisi degli effetti delle elezioni europee sui listini finanziari

Tensioni post-elettorali: mercati in ribasso

La reazione a caldo delle borse alla tornata elettorale europea non è stata positiva. Fin dai primi scambi la pressione è stata ribassista con le vendite che si sono abbattute più forti sul listino francese, che è arrivato a perdere anche il 2% all’incirca. La netta vittoria del Rassemblement National guidato da Jordan Bardella e Marine Le Pen ha messo in tensione gli investitori transalpini, che temono contraccolpi negativi.

Male anche la borsa italiana, il secondo listino più in calo dopo Parigi con un ribasso superiore all’1% mentre Francoforte e Madrid contengono le perdite. Gli unici listini che dopo un’ora di contrattazione sono leggermente positivi sono Copenhagen e Lisbona, ovvero in nazioni dove si sono affermate coalizioni di centro sinistra. Tutto questo accade mentre il dato del sentiment degli investitori europei, sintetizzato dall’indice Sentix e rilasciato oggi in coincidenza con il post elezioni, sia salito più del previsto. In altri termini le attese per un miglioramento delle condizioni economiche europee, a partire dalla sofferente Germania, sono buone. Ma a prevalere oggi è la paura di un cambio di rotta dell’Europa conseguente al voto. In Italia, invece, la produzione industriale è stata inaspettatamente in calo anche ad aprile, dopo un primo trimestre già negativo.

Il cuore del problema per la stabilità dell’Unione europea è a Parigi, dove il presidente Emmanuel Macron ha deciso di sciogliere il Parlamento, ed è proprio il listino francese il più volatile. A farne le spese sono soprattutto i titoli bancari con Société Générale, Bnp Paribas e Crédit Agricole che perdono più del 4 per cento. Male anche titoli come Vinci e Veolia, fortemente legati a concessioni statali, il gruppo della difesa Thales e Stellantis, partecipata dallo stato francese.

Anche in Italia il settore bancario, insieme all’assicurativo, sono tra i più penalizzati dalle vendite. E avendo un peso specifico importante sul nostro indice lo zavorrano molto. I titoli più puniti sono il Banco Bpm, Intesa Sanpaolo e la Popolare di Sondrio. Sono negativi anche i titoli della moda, il gruppo italo-francese StMicroelectronics (probabilmente non è un caso) e Tim. L’unico titolo che mostra una decisa controtendenza è il gruppo della difesa Leonardo. Gli investitori sono probabilmente rassicurati dalla vittoria di Fratelli d’Italia che ha finora appoggiato gli Usa e la Nato negli aiuti militari all’Ucraina.