Lavoro in Italia: sfide e disparità nel mercato del lavoro
Analisi sul potere d'acquisto, occupazione e povertà tra i lavoratori dipendenti
Il mercato del lavoro in Italia continua a offrire contratti a tempo indeterminato, ma nel corso degli ultimi 10 anni si è registrata una diminuzione del 4,5% nel potere d’acquisto dei salari lordi. Questo dato evidenzia una situazione non particolarmente positiva nel Paese, soprattutto per i lavoratori dipendenti. Secondo il Rapporto annuale 2024 dell’Istat, i nuovi poveri in Italia sono proprio i lavoratori dipendenti, con una convergenza territoriale tra le varie regioni che però porta a una situazione di peggioramento.
Il confronto con l’Europa mette in luce un quadro poco confortante. Nonostante i nuovi record di occupazione a tempo pieno e indeterminato, i divari con le principali economie europee sono rimasti immutati o addirittura aumentati negli ultimi venti anni, a causa della debolezza della crescita economica nel nostro Paese. Ad esempio, rispetto alla Germania, nel 2023 il tasso di occupazione italiano era inferiore di 15,9 punti, con un divario cresciuto di 9 punti rispetto al 2004. Anche rispetto a Francia e Spagna siamo in ritardo, con differenze rispettivamente di 6,9 e 3,9 punti.
Il fenomeno del part-time imposto è diffuso in Italia, con oltre la metà dei dipendenti a tempo parziale che vorrebbero lavorare di più. Questa situazione è particolarmente evidente nelle regioni del Sud, dove quasi nove lavoratori su dieci si trovano in questa condizione. Nel complesso, l’Italia presenta la percentuale più alta di lavoratori in regime part-time non per scelta tra le principali economie europee.
Un altro aspetto rilevante è quello dei salari, fermi da decenni e con un potere d’acquisto in diminuzione del 4,5% negli ultimi 10 anni per i lavoratori dipendenti. Questo trend è influenzato da fattori come l’inflazione, la bassa crescita economica e una contrattazione collettiva inadeguata, che hanno contribuito ad aumentare il numero di lavoratori in povertà assoluta.
Il rapporto dell’Istat evidenzia che in Italia si registra un aumento della povertà, coinvolgendo un numero significativo di famiglie e individui dipendenti. Nonostante i miglioramenti nel mercato del lavoro, una parte consistente degli occupati si trova in condizioni di vulnerabilità economica, soprattutto le fasce di popolazione in età lavorativa e i loro figli. La povertà assoluta si sta diffondendo su tutto il territorio nazionale, con una convergenza verso una situazione di peggioramento, in particolare nel Centro Italia che si avvicina ai livelli del Sud.
Infine, si evidenzia che i giovani, le donne, gli stranieri e i lavoratori con stipendi troppo bassi a causa di contratti meno tutelati sono tra i più esposti alla povertà. Mentre in Italia si discute ancora del salario minimo, la Germania sta valutando l’ipotesi di portarlo a 15 euro l’ora.
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