Cambiamenti politici in Catalogna: trionfo del Psc e sfida a Sanchez
Analisi delle elezioni regionali e delle possibili alleanze future

Dopo un decennio di dominio incontrastato e il tentativo fallito di ottenere la separazione dalla Spagna, gli indipendentisti hanno perso per la prima volta la maggioranza alle elezioni regionali in Catalogna, che si sono concluse domenica 12 maggio. Il Partito socialista catalano (Psc) di Salvador Illa ha trionfato alle urne, facendo riferimento al premier Pedro Sanchez. Quest’ultimo ha commentato il risultato come “storico”, sottolineando l’inizio di una nuova era in Catalogna.
Nonostante la vittoria a Barcellona, il Psc non ha ottenuto la maggioranza assoluta nel Parlamento catalano, avendo conquistato il 28% dei voti e 42 seggi. Illa, desideroso di ottenere l’incarico di presidente, dovrà trovare un’intesa con almeno uno dei quattro partiti indipendentisti, tra cui Erc, terza forza con 32 seggi, e il piccolo partito di sinistra Comuns, che ha ottenuto 6 seggi.
Tuttavia, i piani di Illa potrebbero essere ostacolati dal principale partito separatista catalano, Junts, guidato dall’ex presidente Carles Puigdemont. Quest’ultimo ha ottenuto il 21,6% dei voti e 35 seggi alle elezioni di domenica. Puigdemont, noto per il suo ruolo nel referendum per l’indipendenza del 2017, vive attualmente in Belgio e non ha abbandonato l’idea di tornare a guidare la regione.
Sanchez, dal canto suo, ha dovuto stringere accordi con Junts per ottenere una maggioranza a Madrid dopo le ultime elezioni nazionali. Questi accordi prevedono l’amnistia per coloro, come Puigdemont, che sono stati incriminati e condannati in seguito al referendum del 2017. Tuttavia, Puigdemont ora ambisce a ottenere nuovamente l’incarico di presidente, nonostante la sconfitta elettorale.
La situazione politica in Catalogna si fa sempre più complessa, con Puigdemont che minaccia di mettere in difficoltà Sanchez, chiedendo il sostegno in cambio della sua leadership a Barcellona. Il futuro del governo catalano è incerto, con l’attenzione concentrata sulle mosse che Sanchez intraprenderà nei prossimi giorni.
Resta da vedere se il premier riuscirà a gestire le pressioni dei partiti indipendentisti e a evitare le minacce di Puigdemont, o se opterà per un’alleanza più ampia che coinvolga anche il centrodestra, magari in cambio di un patto di non belligeranza a Madrid. La resistenza politica di Sanchez sarà messa nuovamente alla prova in questa delicata fase politica.