Politica

Controversia sui centri per migranti in Albania

Criticità e ritardi nella gestione dei flussi migratori

Controversia sui centri per migranti in Albania

I centri per i migranti in Albania, previsti dal controverso protocollo firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama, dovrebbero alleviare la pressione dei flussi migratori in Italia. Tuttavia, già in passato erano emerse numerose criticità, con molte voci che sostenevano che l’operazione fosse più finalizzata alla comunicazione che all’effettiva gestione dell’immigrazione.

Recentemente, il premier albanese Edi Rama ha contattato un dirigente della Rai per esprimere il suo disappunto riguardo a un report che ha evidenziato le difficoltà e i ritardi nei lavori per la realizzazione dei centri nel porto di Shengjin e nell’ex base militare di Gjader. I tempi di consegna stimati indicano che i centri non saranno completati prima del prossimo 10 novembre, quando la campagna elettorale sarà già conclusa.

Il costo dell’operazione continua a salire, con stime che indicano che il governo dovrebbe stanziare quasi un miliardo di euro in cinque anni. Tutto questo per accogliere solamente 6mila migranti all’anno, un numero molto inferiore rispetto alle previsioni iniziali del governo Meloni.

Infatti, se inizialmente si parlava di una capienza di 3mila migranti per centro, per un totale di 36mila all’anno, ora si è scoperto che il numero massimo di posti disponibili sarà di soli 1.024 per centro, per un totale di 6mila migranti all’anno. Questo solleva dubbi sul reale beneficio di gestire i centri in Albania anziché in Italia, considerando che le strutture esistenti nel nostro paese sono più ampie e già funzionanti.

Infine, c’è da considerare il costo del trasferimento di ogni singolo migrante, che si aggira intorno ai 30 mila euro, una cifra molto superiore ai 35 euro al giorno che erano stati propagandati in passato durante le campagne elettorali.