Economia

Crollo finanziario di Gazprom: impatto della guerra in Ucraina sull’energia europea

Le conseguenze della crisi finanziaria di Gazprom e le possibili sanzioni europee sul Gas Naturale Liquefatto russo

Crollo finanziario di Gazprom: impatto della guerra in Ucraina sull’energia europea

Gazprom ha chiuso il 2023 in perdita con un rosso di 629 miliardi di rubli, pari a circa 6 miliardi e mezzo di euro. Questo segna un evento senza precedenti per la società dell’energia controllata dallo Stato Russo, dopo quasi 25 anni di storia aziendale, a partire dal 1999. La causa di questo crollo finanziario è da attribuire alla guerra in Ucraina voluta dal presidente Vladimir Putin, che ha portato alla riduzione delle forniture di gas all’Europa.

La dipendenza energetica dell’Europa è passata dalla Russia agli Stati Uniti, ma la situazione potrebbe peggiorare se l’Unione Europea decidesse di imporre sanzioni sul Gas Naturale Liquefatto di Mosca, al quale il blocco europeo è ancora fortemente legato. Il prossimo pacchetto di sanzioni della Commissione Europea, il 14esimo, dovrebbe includere restrizioni, sebbene non un divieto totale.

Bruxelles sta attualmente elaborando la sua proposta e sta conducendo colloqui informali con gli Stati membri, molti dei quali dipendono ancora dalle forniture energetiche della Russia. La proposta non mirerebbe a vietare le importazioni in sé, ma si concentrerebbe sui trasbordi di Gas Naturale Liquefatto da una nave all’altra, prima che raggiunga la destinazione finale. Inoltre, si prevede l’imposizione di sanzioni su tre progetti russi (Arctic Lng 2, Ust Luga e Murmansk) che non sono ancora operativi.

L’Unione Europea ha già vietato le importazioni di petrolio russo via mare subito dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ma finora non ha esteso il divieto al Gas Naturale Liquefatto. Con la chiusura del gasdotto NordStream, le importazioni di gas liquefatto sono aumentate dall’inizio della guerra, con Belgio, Francia e Spagna tra i principali acquirenti.

L’UE ha ridotto la sua dipendenza dalla Russia per le importazioni di gas di circa due terzi dall’inizio dell’invasione, rivolgendosi ad altri fornitori come Norvegia, Stati Uniti e Australia. Tuttavia, nonostante il Gas Naturale Liquefatto russo abbia rappresentato solo il 5% del consumo energetico dell’UE l’anno scorso, il blocco ha comunque pagato circa 8 miliardi di euro al Cremlino per le sue esportazioni.

Alcuni Paesi membri, come la Germania, hanno deciso di eliminare le importazioni di gas russo, ma il gas continua ad arrivare attraverso Belgio, Francia e Spagna, che hanno aumentato i loro acquisti. Zeebrugge, in Belgio, è il principale porto di ingresso per il Gas Naturale Liquefatto russo.

Di fatto, il tentativo di sostituire le importazioni di gas dalla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, con l’abbandono dei gasdotti, ha finito per rafforzare i legami energetici con Mosca. Nel 2023, le nazioni europee hanno aumentato del 40% le importazioni di Gas Naturale Liquefatto dalla Russia, che è ora diventato il secondo fornitore del blocco con 15,5 milioni di tonnellate di GNL.