Notizie

Memoria delle prostitute vittime del nazismo a St. Pauli

Un progetto per commemorare le storie delle donne imprigionate e uccise

Memoria delle prostitute vittime del nazismo a St. Pauli

Le vittime del nazismo includono anche le prostitute, molte delle quali furono imprigionate insieme a ebrei, rom e oppositori politici nei campi di concentramento. Amburgo, città tedesca famosa per il quartiere a luci rosse di St. Pauli e la via del sesso Herbertstrasse, ha avviato un’iniziativa per commemorare le storie di queste donne e mantenere viva la memoria di un’altra atrocità del regime di Adolf Hitler.

Il progetto, promosso da Sieghard Wilm, pastore della chiesa luterana di St. Pauli, prevede l’utilizzo di pietre d’inciampo e codici QR per ricordare i nomi e narrare le storie di queste donne. Grazie al sostegno delle sex worker e dei residenti, il progetto è stato approvato e mira a una commemorazione dignitosa delle donne del quartiere imprigionate e uccise per essere considerate “pervertite”.

Le recinzioni attorno all’area a luci rosse furono erette nel 1933 dal Gauleiter nazista locale, quando il regime condannò il mercato del sesso come un peccato e una disgrazia per la comunità. Nonostante il divieto, l’attività a St. Pauli era così redditizia che le autorità decisero di erigere le mura per nasconderla ai residenti.

Il memoriale, ispirato alle Stolpersteine dell’Olocausto, sarà inaugurato entro novembre e riceverà un finanziamento di 5mila euro per le pietre d’inciampo, i codici QR e una cerimonia di apertura. Tuttavia, il pastore spera di raccogliere ulteriori 15mila euro per finanziare altre fasi del progetto, inclusa la ricerca necessaria per tracciare le storie individuali di queste donne.

La storica Frauke Steinhäuser ha sottolineato la difficoltà nel rintracciare queste storie a causa dei tabù ancora presenti intorno al mercato del sesso, sia oggi che all’epoca, e della vergogna provata dalle vittime. Le prostitute imprigionate durante gli anni ’30 e ’40 furono considerate elementi femminili antisociali dai nazisti e subirono violenze come sterilizzazioni e aborti forzati, spingendole spesso al tentativo di suicidio.

La storia di Gotthardt è emblematica: costretta dalla povertà a prostituirsi fin dall’adolescenza, fu imprigionata a Ravensbrück e poi ad Auschwitz. Soggetta a condizioni di lavoro estreme e trattamenti disumani, tentò il suicidio più volte. Dopo la guerra, scoprì la morte della sua amante Johanna Otto Kohlmann, conosciuta ai tempi della prostituzione a Herbertstrasse, rimanendo sola.

Links:

Staff
  • PublishedApril 30, 2024