Politica

Polemica sul decreto Pnrr: controversie sull’accesso alle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici

Il Senato approva norma contestata: impatto sull'autodeterminazione delle donne

Polemica sul decreto Pnrr: controversie sull’accesso alle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici

Il Senato ha approvato oggi, martedì 23 aprile, il decreto Pnrr, scatenando una forte polemica. All’interno del decreto, è stata inclusa una norma che permette alle Regioni di coinvolgere soggetti del terzo settore con esperienza nel supporto alla maternità nei consultori pubblici, senza generare nuovi costi per la finanza pubblica. Questa disposizione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile presenza degli attivisti Pro-Vita nei consultori, dove vengono rilasciate le certificazioni per l’aborto, un diritto spesso difficile da esercitare, come dimostrano molte testimonianze e inchieste.

Il via libera del Senato è stato ottenuto con 95 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto. Le opposizioni hanno reagito duramente, definendo l’introduzione di norme sull’aborto nel decreto collegato al Pnrr come un attacco alle donne che fa fare al Paese un passo indietro di mezzo secolo. Cgil e Uil hanno protestato a Roma contro l’inserimento di un articolo che favorisce la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori, sottolineando che il Pnrr avrebbe dovuto migliorare la condizione delle donne, ma invece sembra andare in direzione opposta.

Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 Stelle, ha preso parte alla protesta davanti al Senato, difendendo la legge sull’aborto e criticando il Governo definendolo “oscurantista”. Secondo la senatrice, è fondamentale opporsi alla possibilità per le associazioni antiabortiste di accedere ai consultori durante la scelta delle donne di abortire, considerando tale possibilità una violenza contro i diritti, l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne.