Politica

Minacce alla libertà di stampa: proposte di legge contro i giornalisti

Emendamenti al ddl Diffamazione mettono a rischio il giornalismo d'inchiesta

Minacce alla libertà di stampa: proposte di legge contro i giornalisti

Il governo Meloni torna all’attacco dei giornalisti, aprendo un nuovo fronte a Montecitorio. Dopo il ritiro degli emendamenti del senatore Gianni Berrino, che proponeva pene fino a quattro anni di carcere per i cronisti nel ddl Diffamazione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha dichiarato ammissibili degli emendamenti di Enrico Costa (Azione) e Tommaso Calderone (Forza Italia) che minacciano il lavoro dei giornalisti di inchiesta e la tutela delle fonti.

Il testo presentato da Costa prevede che un giornalista che pubblica intercettazioni o notizie frutto di reati commessi da altri rischi fino a tre anni di carcere. Costa ha anche proposto emendamenti sull’utilizzo dei trojan, strumenti per intercettazioni ambientali in casi di reati gravi contro la pubblica amministrazione. Questi emendamenti metterebbero a rischio molte inchieste giornalistiche.

L’emendamento di Calderone, invece, vorrebbe estendere i reati previsti dall’articolo penale anche ai dati o programmi contenuti in un sistema informatico sottratti illecitamente e alla loro utilizzazione, riproduzione, diffusione o divulgazione, con pene fino a sei-otto anni di carcere per i giornalisti.

Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, ha commentato che minacciare il carcere per i giornalisti è un segnale preoccupante di un possibile regime totalitario. Queste proposte minano la tutela delle fonti e colpiscono il giornalismo d’inchiesta, fondamentale per portare alla luce crimini nel Paese.

Bonelli ha anche criticato l’utilizzo dei trojan come strumento prezioso nella lotta alla criminalità organizzata, sottolineando che limitarli rappresenterebbe un attacco alla libera informazione. Ha sottolineato la necessità di un intervento dell’Unione Europea per tutelare la libertà di informazione.

Le polemiche sulla libertà di stampa si sovrappongono a quelle sulla Rai, che è stata nuovamente criticata per una telefonata di Edi Rama al direttore Paolo Corsini, contestando un servizio di Report sul protocollo sui migranti tra Roma e Tirana. Bonelli ha condannato il coinvolgimento politico nella gestione della Rai e ha definito la telefonata di Rama come un tentativo di censura, superando ogni limite.

Staff
  • PublishedApril 24, 2024