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La polemica di Antonio Scurati: censura e reazioni inaspettate

Il caso del monologo bloccato dalla Rai e le conseguenze sociali e politiche

La polemica di Antonio Scurati: censura e reazioni inaspettate

Antonio Scurati si è trovato al centro di una polemica ideologica politica e di attacchi denigratori che lo hanno dipinto come un estorsore. Durante la sua partecipazione alla Repubblica delle Idee a Napoli, ha fatto la sua prima uscita pubblica dopo che la Rai ha bloccato il suo monologo sul 25 aprile. La tv pubblica non ha permesso allo scrittore di leggere il testo, ma l’effetto è stato inaspettato. Le sue parole sono state lette prima dalla conduttrice Serena Bortone e poi sono diventate virali sui social, condivise da decine di persone, tra cui la premier Giorgia Meloni.

Il testo che nessuno avrebbe dovuto conoscere è diventato oggetto di discussione, con Meloni che ha sollevato il presunto compenso di 1.800 euro richiesto da Scurati. Durante il suo intervento a Napoli, Scurati ha raccontato la sua esperienza, sottolineando che non è un partito, un’azienda o un giornale, ma un professore e padre di famiglia che legge e scrive libri. Ha espresso la sua sorpresa nel trovarsi al centro di una polemica, sottolineando la fatica e il dolore che ha provato.

Indossando jeans, una t-shirt e una giacca scura, lo scrittore ha anche ammesso di avere paura, soprattutto di fronte alla reazione di leader politici carismatici come Meloni. Ha evidenziato il rischio di essere oggetto di violenza quando si diventa il bersaglio di attacchi mediatici. Scurati ha sottolineato la perdita del senso della democrazia in Italia e ha respinto le accuse di gridare al lupo, ma ha denunciato l’aggressione subita come una forma di violenza.

La polemica sul caso Scurati è ancora acceso, con accuse di censura da un lato e respingimento delle accuse dall’altro. In Rai, il clima è teso e l’amministratore delegato Roberto Sergio ha annunciato provvedimenti drastici. Sergio ha chiesto chiarezza sul caso Scurati e ha sottolineato che la Rai è vittima di una guerra politica quotidiana con l’obiettivo di distruggerla.

L’Usigrai ha chiesto chiarezza sul controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico, denunciando un’asfissiante pressione. La Rai ha replicato sottolineando che non c’è controllo sull’informazione né censura. Il caso rimane aperto e in continua evoluzione.

Staff
  • PublishedApril 22, 2024