Ilaria Salis: Candidata alle elezioni europee e la possibilità di scarcerazione
Il ruolo dell'immunità parlamentare nel caso della detenuta italiana in Ungheria
Ilaria Salis, la detenuta italiana di 39 anni in Ungheria da 13 mesi e sotto processo per aver aggredito due militanti neonazisti a Budapest nel 2023, potrebbe trovare una possibile via d’uscita dal carcere attraverso il Parlamento europeo. Attualmente è candidata alle elezioni europee con la lista di Avs-Alleanza Verdi e Sinistra come capolista nel Nord-Ovest. La sua elezione potrebbe determinare la sua scarcerazione, poiché godrebbe dell’immunità parlamentare funzionale al mandato svolto.
Secondo la legge europea, l’articolo 9 del Protocollo numero 7 sui privilegi e sull’immunità dell’Unione europea stabilisce che i membri del Parlamento europeo beneficiano di immunità durante le sessioni parlamentari, garantendo loro l’esenzione da detenzione e procedimenti giudiziari nei territori nazionali e di altri Stati membri. Tuttavia, l’immunità non può essere invocata in caso di flagrante delitto.
Se eletta, Ilaria Salis potrebbe essere scarcerata dopo la proclamazione ufficiale, ma è importante che la lista superi lo sbarramento e che non vi siano ostacoli legali. In caso di flagranza di reato, la commissione parlamentare sarebbe coinvolta per valutare la situazione.
È importante sottolineare che l’immunità parlamentare non garantisce l’impunità totale, poiché il Parlamento europeo può revocarla in determinate circostanze. Pertanto, anche se scarcerata, Ilaria Salis potrebbe essere soggetta a ulteriori procedimenti legali.
Il caso di Salis richiama alla mente episodi simili in passato, come quello del deputato polacco Wlodzimierz Karpinski, scarcerato dopo essere diventato europarlamentare, o quello di Enzo Tortora, liberato dai domiciliari grazie all’immunità parlamentare ottenuta dopo essere stato eletto al Parlamento europeo.
La candidatura di Salis ha generato dibattiti politici, con esponenti come Giorgia Meloni che esprimono dubbi sull’opportunità di politicizzare il caso, mentre Matteo Salvini si apre a possibili confronti tra candidati, auspicando un confronto tra Salis e il generale Vannacci.
Il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, difende la scelta politica della figlia come un modo per tutelare i suoi diritti e la sua dignità, sottolineando che la strada politica intrapresa è coerente con il suo impegno passato.