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Saluto Romano: Quando Diventa Reato?

La Cassazione e i Limiti dell'Apologia del Fascismo

Saluto Romano: Quando Diventa Reato?

La Cassazione ha stabilito che il saluto romano può costituire reato solo se vi è un effettivo pericolo di riorganizzazione del partito fascista sciolto o di emulazione. La commemorazione dell’evento non esclude automaticamente l’esistenza del reato. Questa decisione è stata presa in seguito al deposito delle motivazioni della sentenza che ha annullato la condanna di otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto romano durante una cerimonia commemorativa a Milano il 18 gennaio scorso.

Secondo i giudici, l’azione degli imputati può configurare un reato ai sensi della legge Scelba, che nel 1952 ha introdotto il reato di apologia del fascismo, solo se è in grado di generare un concreto pericolo di riorganizzazione del partito fascista sciolto. Inoltre, il saluto romano può essere considerato reato quando è espressione di manifestazioni proprie o consuete di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che promuovono la discriminazione o la violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, violando così la legge Mancino del 1992 che condanna l’incitamento all’odio, alla violenza e alle discriminazioni.

Per accertare la presenza del reato, il giudice deve valutare diversi elementi, come il contesto ambientale, il significato simbolico del luogo in cui avviene il gesto, il grado di associazione con il periodo storico e la simbologia fascista, il numero di partecipanti e la frequenza dei gesti compiuti. La Cassazione sottolinea che la natura commemorativa dell’evento non può automaticamente annullare gli altri elementi che possono configurare il reato.

In sintesi, se vi è un rischio di incitamento alla violenza o di rinascita del partito fascista, il saluto romano può essere considerato reato anche durante una cerimonia commemorativa.