Economia

La sfida della competitività europea: il discorso di Mario Draghi

Un appello per un cambiamento radicale nell'Unione Europea

La sfida della competitività europea: il discorso di Mario Draghi

I nostri rivali avanzano verso di noi, cogliendoci di sorpresa. Per affrontare questa situazione, è necessario un cambiamento radicale. Mario Draghi, ex presidente del Consiglio, ha tenuto un discorso che potrebbe sembrare bellicoso, ma si tratta di una guerra commerciale. Durante la conferenza sul Pilastro europeo dei diritti sociali organizzata dalla presidenza belga dell’UE a La Hulpe, Draghi ha sottolineato la necessità di un’evoluzione significativa.

Draghi è stato incaricato dall’Unione europea di redigere un rapporto sulla competitività, che sarà presentato dopo le elezioni europee di giugno. Questo documento diventerà un punto di riferimento per l’agenda politica dell’UE nella prossima legislatura, insieme al rapporto di Enrico Letta sul Mercato interno. Ci si aspettano proposte innovative da parte di Draghi, come confermato da una fonte diplomatica di alto livello.

Nel suo intervento, Draghi ha evidenziato la necessità di un cambiamento radicale nell’Unione europea. Le regole sugli investimenti sono obsolete, basate su un mondo pre-Covid, pre-guerra in Ucraina e pre-crisi in Medio Oriente. L’ex premier ha sottolineato che l’UE si è concentrata troppo sulla competitività interna, trascurando quella esterna, dove spesso viene superata da concorrenti come Stati Uniti e Cina.

Draghi ha criticato il focus sbagliato dell’Europa sulla competitività, sottolineando che la competitività esterna dovrebbe essere considerata una questione politica rilevante. I concorrenti esterni, come Cina e Stati Uniti, adottano politiche divisive e non rispettano le regole, minacciando l’equilibrio economico dell’UE.

La Cina, ad esempio, cerca di assorbire le catene di approvvigionamento e le tecnologie avanzate, creando sovracapacità che danneggia le industrie europee. Gli Stati Uniti, invece, utilizzano politiche industriali per attrarre industrie qualificate, incluso il protezionismo che danneggia i concorrenti europei.

Draghi ha avvertito che senza una strategia coordinata a livello europeo, le imprese chiuderanno o si sposteranno al di fuori dell’Unione. Ha anche criticato la riduzione dei diritti dei lavoratori e dei salari, sottolineando che la politica di riduzione dei costi del lavoro ha indebolito la domanda interna e minato il modello sociale europeo.

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