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Fratelli d’Italia ritira emendamenti: svolta sulla diffamazione

Decisione di Berrino accelera approvazione ddl senza pene per giornalisti

Fratelli d’Italia ritira emendamenti: svolta sulla diffamazione

C’era molta attesa attorno alla decisione del senatore meloniano Gianni Berrino, capogruppo di Fdi in commissione Giustizia del Senato, riguardo ai suoi emendamenti al ddl Diffamazione che proponevano pene detentive fino a quattro anni per i giornalisti. Tuttavia, come spiegato dallo stesso Berrino in una nota, Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge insieme al senatore Alberto Balboni per eliminare la pena detentiva per il reato di diffamazione, con l’obiettivo di garantire una maggiore libertà di stampa.

Questo cambiamento rappresenta una svolta attesa da tempo, ma che nessun altro partito aveva concretizzato in provvedimenti concreti fino a quel momento. In linea con la sentenza della Consulta che riguarda i casi più gravi di diffamazione, Berrino aveva presentato due emendamenti per assicurare la piena tutela delle persone offese da pratiche di ‘macchina del fango’, che poco hanno a che fare con la libertà di stampa.

La decisione di ritirare gli emendamenti è stata motivata dalla necessità di accelerare l’approvazione del ddl sulla diffamazione, come originariamente proposto dal collega di FdI. È importante sottolineare che gli emendamenti presentati avrebbero comunque alleggerito significativamente le pene attualmente previste.

L’obiettivo ora è superare le pene detentive per il reato di diffamazione, cercando di individuare altre forme di tutela per le eventuali vittime innocenti. Fratelli d’Italia si impegna a conciliare la libertà di stampa con la protezione dell’onorabilità sociale delle persone offese, che rimane un punto cardine per il partito.

La decisione di Berrino di ritirare gli emendamenti ha portato a una rapida accelerazione nell’approvazione della norma da parte della maggioranza. È previsto un vertice nelle prossime ore al quale parteciperanno la presidente di Commissione Giulia Bongiorno, lo stesso Berrino e i capigruppo in Commissione: Erika Stefani della Lega, Pierantonio Zanettin di Fi e Giovanna Petrenga di Fdi. Questo incontro è stato richiesto dai capigruppo per valutare gli emendamenti già presentati nelle settimane precedenti.

È emerso chiaramente che il centrodestra non intende introdurre il carcere per i giornalisti, ma vuole affrontare la questione in modo ordinato per risolvere i problemi legati alla diffamazione, come spiega Zanettin.

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Gianni Berrino (LaPresse)

La decisione di ritirare gli emendamenti ha ricevuto apprezzamenti da diverse parti. Noi moderati, rappresentati dal presidente Maurizio Lupi e dalla deputata e giornalista professionista Ilaria Cavo, si sono espressi positivamente, definendo la scelta una vittoria del buon senso. Hanno sottolineato l’importanza di una legge equilibrata e si sono dichiarati pronti a contribuire al processo.

Anche il senatore Walter Verini, segretario della commissione Giustizia a Palazzo Madama e Capogruppo Pd in Antimafia, ha definito il ritiro degli emendamenti un importante risultato. Le opposizioni, la Federazione Nazionale Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti, Art.21 e Ossigeno hanno unito le loro voci contro gli emendamenti proposti, definendoli vergognosi. La battaglia continua per contrastare gli attacchi alla libertà di informazione e per garantire un servizio pubblico libero da influenze esterne.

Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ha sottolineato che gli emendamenti proposti avrebbero portato l’Italia verso una direzione incivile e ingiusta, simile a quanto avviene in Ungheria. Si auspica ora che la maggioranza, insieme alle forze politiche democratiche, lavori per rendere il disegno di legge sulla diffamazione più in linea con gli standard europei, considerando le criticità che ancora persistono per l’informazione.

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