Legge sulla morte assistita in Francia: un passo storico verso la legalizzazione
Il disegno di legge presentato dal governo francese introduce restrizioni e condizioni rigorose per l'assistenza alla morte
Il 10 aprile, il governo francese ha presentato il disegno di legge sulla morte assistita, un passo senza precedenti per Parigi nel tentativo di legalizzare la procedura per coloro che desiderano porre fine alla propria vita a causa di gravi sofferenze fisiche o psicologiche causate da malattie. Questa iniziativa, guidata dal presidente Emmanuel Macron, si distingue per le maggiori restrizioni rispetto ai Paesi europei che hanno già legalizzato l’eutanasia e il suicidio assistito, come Olanda, Svizzera e Belgio.
Il modello francese potrebbe costituire un punto di riferimento per l’Italia, dove da tempo si dibatte in modo polarizzato su questo tema delicato. Il progetto di legge è stato presentato dalla ministra del Lavoro e della Salute, Catherine Vautrin, di fronte al Consiglio dei ministri, che ha illustrato i dettagli della futura legge che permetterà ai pazienti terminali con malattie a lungo termine di scegliere di porre fine alla propria vita.
Il disegno di legge è il risultato di un lungo lavoro svolto nel dicembre 2022 dalla Convenzione dei cittadini sul fine vita, composta da 150 cittadini selezionati casualmente. Già all’inizio di marzo, Macron aveva annunciato la preparazione di un disegno di legge “alla francese”, con condizioni di accesso rigorose, escludendo espressamente i termini “suicidio assistito” ed “eutanasia”. La presentazione è avvenuta dopo il parere favorevole del Consiglio di Stato, il massimo tribunale amministrativo francese.
La proposta prevede l’introduzione, in determinate condizioni, dell’assistenza alla morte per i pazienti in fase terminale che soffrono di “sofferenza fisica o psicologica” a causa della loro malattia, come dichiarato da Vautrin.
I requisiti fondamentali delineati dalla ministra, definiti come “pilastri”, includono l’età minima di 18 anni, la cittadinanza francese o la residenza legale in Francia. La procedura non sarà applicabile ai minori, come avviene in Belgio e Olanda, né sarà consentito recarsi in Francia da un altro Paese per ottenere l’assistenza. È necessaria una prognosi terminale a breve o medio termine e il paziente deve avere piena capacità di intendere e volere. Sono esclusi i pazienti affetti da malattie come il morbo di Alzheimer, a differenza di quanto avviene in Belgio.
I pazienti ritenuti idonei da un medico estraneo possono autoiniettarsi la dose letale, mentre coloro che non sono in grado di farlo, come le persone affette dalla malattia di Charcot, possono delegare a terzi l’esecuzione della procedura.
Jonathan Denis, presidente dell’Associazione per il diritto a morire con dignità (Admd), ha definito questo passo come un nuovo diritto di fine vita in Francia. L’associazione auspica la rimozione dalla futura legge del requisito della prognosi terminale a breve o medio termine, poiché tale diagnosi esclude molte malattie a progressione lenta che causano significativi deterioramenti negli stadi avanzati.
A maggio, i parlamentari francesi discuteranno il contenuto della proposta. Secondo la ministra Vautrin, il dibattito richiederà un grande ascolto, umiltà e rispetto per la libertà di coscienza.
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