Politica

Polemiche sulla par condicio in campagna elettorale

Proposte di modifica alla par condicio durante le elezioni europee scatenano polemiche tra partiti di maggioranza e opposizioni. Emendamenti contestati per presunta manipolazione dell'informazione pubblica.

Polemiche sulla par condicio in campagna elettorale

In piena campagna elettorale per le elezioni europee, i partiti della maggioranza stanno cercando di apportare delle modifiche alla delibera dell’Agcom riguardante la par condicio. Gli emendamenti, presentati dal deputato Franciesco Filini, stretto collaboratore del sottosegretario all’attuazione del programma del governo Meloni, Giovanbattista Fazzolari, mirano a sospendere il conteggio del tempo di parola per i membri dell’esecutivo che partecipano in televisione a dibattiti su argomenti legati esclusivamente alle funzioni istituzionali.

La proposta solleva polemiche, con Schlein che critica aspramente la Rai definendola “Tele-Meloni” e Rampelli che respinge le accuse sostenendo che i dati smentiscono le affermazioni. Si teme che tali modifiche possano consentire a esponenti di spicco come Giorgia Meloni e Matteo Salvini di sfruttare il regolamento per organizzare comizi unilaterali sotto il pretesto di illustrare l’operato del governo su varie questioni, dal ponte sullo Stretto ai condoni, dal Piano Mattei alla questione degli studenti stranieri nelle scuole italiane.

Un’altra proposta di modifica prevede che i programmi di approfondimento forniscano una dettagliata informazione sulle attività istituzionali e informative, aprendo la strada a trasmissioni dedicate agli esponenti del governo con l’utilizzo di plastici, in uno stile simile a Porta a Porta. Queste proposte, particolarmente audaci, sono contestate anche perché la presidente del Consiglio sarà candidata con Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni.

Secondo Enzo Cheli, ex presidente dell’Agcom, le modifiche proposte mirano a mascherare la comunicazione politica della maggioranza sotto un’apparenza istituzionale e governativa, violando il principio di par condicio che richiede un confronto equo tra le diverse posizioni politiche. Cheli denuncia un processo di occupazione del servizio pubblico e della comunicazione in atto, evidenziando tentativi di aggirare la par condicio, come la trasmissione di comizi in diretta su Rainews al di fuori dei notiziari, a vantaggio della maggioranza.

Le opposizioni si ribellano definendo le modifiche proposte peggio dell’editto bulgaro, sottolineando la volontà della maggioranza di promuovere la propria propaganda a discapito della correttezza e dell’equilibrio informativo. Il Partito Democratico e altre forze politiche denunciano un attacco alla libertà dell’informazione e chiedono la cancellazione delle modifiche per preservare la parità di trattamento tra le diverse forze politiche.

Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni e membro della commissione di vigilanza Rai, si propone come mediatore per trovare una soluzione che possa soddisfare tutte le parti coinvolte. Gasparri sottolinea la necessità di limitare l’uso delle modifiche proposte, ma si mostra aperto a trovare un compromesso che rispetti le esigenze di tutti i soggetti coinvolti.

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(LaPresse)