Il futuro economico dell’Italia: il nuovo corso del Documento di Economia e Finanza
Il Consiglio dei Ministri potrebbe approvare un Def 'light' senza obiettivi di finanza pubblica stabiliti, guadagnando tempo per trattare i vincoli di bilancio con l'UE. Le opposizioni criticano la mancanza di chiarezza sui conti pubblici.
Il Consiglio dei Ministri potrebbe approvare un Documento di Economia e Finanza con il quadro macroeconomico tendenziale, ovvero con le stime a legislazione vigente, senza indicare gli obiettivi di finanza pubblica stabiliti dal governo. Questo Def in versione ‘light’ sarebbe l’ultimo della sua specie, poiché dalla prossima edizione verrà sostituito con il Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio annuale, come previsto dalla normativa europea.
La scelta concordata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e dalla premier Giorgia Meloni sembra orientata in questa direzione, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto. L’obiettivo di questa strategia potrebbe essere quello di guadagnare tempo per trattare con i nuovi vertici dell’Unione Europea i vincoli di bilancio, cercando di alleviare la pressione che renderebbe estremamente complicata la prossima manovra finanziaria.
L’Italia si trova di fronte alla necessità di rifinanziare almeno 20 miliardi l’anno prossimo per rinnovare le misure chiave della Legge di Bilancio 2023. Queste misure includono la proroga del taglio del cuneo fiscale, implementato meno di un anno fa, l’accorpamento dei primi due scaglioni dell’Irpef e altri interventi ritenuti indispensabili.
È importante tenere presente che in estate si aprirà il processo che potrebbe portare a una procedura Ue per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia, della Francia e di altri paesi partner.
Oltre alle stime su debito, deficit e Pil, un altro elemento rilevante per le casse dello Stato è rappresentato dal conto del Superbonus. I dati pubblicati da Enea indicano che al 31 marzo l’onere totale a carico dello Stato ha superato i 122 miliardi di euro. Le detrazioni maturate per i lavori conclusi ammontano a 122,24 miliardi, mentre il totale degli investimenti per il Superbonus ammessi a detrazione supera i 117 miliardi. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione raggiunge i 111,64 miliardi.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che la chiusura della stagione del Superbonus lascia un’eredità pesante per i conti pubblici e, di conseguenza, per tutti gli italiani. Questa situazione implicherà negli anni a venire il pagamento di questo debito accumulato. L’obiettivo del governo è quello di rispettare gli obiettivi della Nadef presentata in autunno per mantenere la credibilità.
Le opposizioni reagiscono duramente alla decisione del governo, chiedendo maggiore chiarezza sullo stato dei conti pubblici. Antonio Misiani del Partito Democratico esprime preoccupazione per un Def con solo il quadro tendenziale, considerando il deficit del 2023 molto superiore alle previsioni iniziali e un’economia in peggioramento rispetto alle stime di settembre.
Francesco Boccia, presidente dei senatori dem, critica il governo per presunte incoerenze tra le previsioni e la realtà dei conti pubblici, sottolineando l’importanza di una rappresentazione fedele della situazione economica nel Def da presentare all’Europa.
Anche dal Movimento 5 Stelle arrivano critiche feroci nei confronti del governo. L’eurodeputato Mario Furore accusa il ministro dell’Economia di voler omettere nel Documento di programmazione economica e finanziaria le stime di deficit e debito, nascondendo ai cittadini i tagli che saranno necessari per rispettare i parametri europei. Furore denuncia una presunta presa in giro nei confronti dei cittadini, sottolineando le difficoltà che il governo dovrà affrontare dopo le elezioni europee.