Economia

La sperimentazione della settimana lavorativa corta in Italia

Le proposte di legge per ridurre l'orario di lavoro a parità di stipendio, le sperimentazioni aziendali e le prospettive economiche della settimana lavorativa corta in Italia.

La sperimentazione della settimana lavorativa corta in Italia

La commissione Lavoro della Camera ha avviato giovedì l’esame di tre proposte di legge delle opposizioni che mirano alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, un tema di grande rilevanza nel dibattito politico ed economico italiano. Le proposte provengono dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi e Sinistra. Tuttavia, essendo presentate dalle opposizioni, attualmente è improbabile che una di esse venga approvata senza un accordo politico. La discussione in commissione è ancora in una fase iniziale.

La settimana lavorativa corta è un argomento che ha già visto sperimentazioni in diverse aziende italiane. I risultati sembrano promettenti per i lavoratori coinvolti, ma è importante considerare che le aziende coinvolte non rappresentano l’intera economia italiana. Gli economisti, inoltre, non sono certi degli effetti che una misura del genere potrebbe avere su larga scala, sia in termini di produttività che di occupazione.

Una delle prime grandi aziende italiane a introdurre la settimana lavorativa di quattro giorni è stata Intesa Sanpaolo, una delle società private con il maggior numero di dipendenti in Italia, quasi 72mila. A partire dal 2023, i dipendenti della banca hanno la possibilità di comprimere l’orario di lavoro in 4 giorni, con un giorno libero a scelta. Questo nuovo modello, che prevede un leggero calo dell’orario complessivo di lavoro a parità di stipendio, è stato accolto positivamente dai dipendenti.

Lamborghini, azienda automobilistica con sede in Italia e di proprietà del gruppo tedesco Volkswagen, ha annunciato nel dicembre 2023 un accordo con i sindacati per sperimentare la settimana lavorativa di quattro giorni nelle sue fabbriche a partire dalla fine del 2024. Questa iniziativa coinvolgerà solo i dipendenti delle fabbriche e prevede diverse modalità di implementazione a seconda dei turni di lavoro.

Anche SACE, società pubblica che si occupa di assicurazioni e credito per le imprese esportatrici, ha avviato una sperimentazione della settimana lavorativa corta a partire dal 2023. I dipendenti hanno la possibilità di lavorare 4 giorni a settimana anziché 5, con un totale di 36 ore complessive. Questo esperimento sarà oggetto di studio da parte dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano.

Le evidenze sull’impatto della settimana lavorativa corta sulle aziende italiane sono ancora in fase di raccolta. Tuttavia, i sostenitori di questo modello sostengono che la compressione dell’orario di lavoro possa aumentare la produttività a lungo termine, migliorando anche l’efficienza aziendale. Al momento, i benefici principali sembrano riguardare la qualità della vita dei dipendenti, che apprezzano il miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa.

Uno studio condotto nel Regno Unito nel 2022 su 2.900 dipendenti di 61 aziende ha suggerito che la riduzione dell’orario di lavoro possa ridurre lo stress dei lavoratori senza compromettere la produttività aziendale. La maggior parte delle aziende coinvolte ha deciso di mantenere la settimana lavorativa di quattro giorni. Tuttavia, è importante considerare che ulteriori ricerche sono necessarie per valutare appieno gli effetti di questo modello lavorativo.

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