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Ilaria Salis: ipotesi candidatura alle elezioni europee e questione giudiziaria

Ilaria Salis potrebbe essere candidata alle elezioni europee con il Partito Democratico, suscitando dibattito interno e interrogativi sulla sua situazione giudiziaria in Ungheria.

Ilaria Salis: ipotesi candidatura alle elezioni europee e questione giudiziaria

Ilaria Salis potrebbe essere candidata nelle liste del Partito Democratico alle prossime elezioni europee. L’ipotesi circola già da qualche settimana nelle stanze del Nazareno e al momento non è stata né smentita, né confermata. Un’eventuale elezione dell’attivista le consentirebbe di giovare dell’immunità parlamentare e di affrontare il processo da donna libera, soprattutto di liberarsi letteralmente dalle catene imposte dal Paese di Viktor Orban, regolato da un sistema giudiziario lontano anni luce dagli standard europei. Del caso si sta occupando, nei limiti delle sue possibilità, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Ilaria Salis, Budapest: Inutili le richieste dell’Italia. Il padre: Verdetto già emesso. La segretaria dem, Elly Schlein, avrebbe parlato dell’idea a Roberto Salis, che si sta battendo da un anno per ottenere gli arresti domiciliari della figlia. I due hanno fatto un punto sulla situazione incresciosa e su come il governo ungherese stia facendo muro su ogni richiesta che arriva dall’Italia. Schlein rinuncerebbe alla candidatura come capolista nella circoscrizione elettorale delle isole per lasciare il posto a Ilaria Salis, ma non tutti nel partito sarebbero d’accordo. Il timore di molti dirigenti dem è che parte dell’elettorato, pur non condividendo il trattamento riservato all’italiana dalle autorità ungheresi, possa non sentirsi rappresentato da un’attivista di gruppi dell’estrema sinistra.

La mossa, fanno notare alcuni, ricorderebbe quella del Partito Radicale di Marco Pannella che nel 1984 fece eleggere Enzo Tortora per liberarlo dopo oltre un anno di detenzione per accuse che poi si rivelarono totalmente infondate. “Non credo che candideremo Ilaria Salis alle europee”, ha detto il presidente Dem, Stefano Bonaccini, durante la trasmissione È sempre Carta Bianca; più possibilista l’ex segretario, Nicola Zingaretti: “È una valutazione che spetta a lei – ha spiegato in un’intervista a La Stampa – alla sua famiglia e al gruppo dirigente del Pd: tutto il resto è rumore di fondo. Perché si tratta di una situazione delicata, da trattare con prudenza e non gettare nel tritacarne. Io non so cosa possa comportare la candidatura per la sua situazione, ma se può esserle utile mi chiedo: perché no?”

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Roberto Salis (LaPresse)

Cosa dice il regolamento del Parlamento Europeo: L’elezione di Ilaria Salis le garantirebbe l’immunità parlamentare. Gli eurodeputati, infatti, da regolamento “non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del mandato, tranne nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato, cioè mentre lo stanno commettendo”. C’è poi un protocollo, entrato in vigore nel 2004, che stabilisce che “i parlamentari che si trovano sul territorio di un altro Stato membro non possono essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari”. Se l’attivista venisse eletta sarebbe dunque automaticamente scarcerata e il giudice ungherese che ha in carico il provvedimento dovrebbe chiedere una richiesta di autorizzazione a procedere al presidente dell’Europarlamento, che a sua volta la girerebbe a un’apposita commissione incaricata di valutare se mantenere un’immunità totale, ovvero di bloccare ogni tipo di indagine o azione legale, o se concederla solo parziale, permettendo al processo di andare avanti.

Roberto Salis: Se dovesse cadere la candidatura o non fosse eletta, sarebbe massacrata. L’ipotesi però, non convince del tutto Roberto Salis; il padre dell’attivista teme che l’iniziativa possa rivelarsi un boomerang: “Non abbiamo ancora capito di che stanno parlando. Ma se all’ultimo cadesse la candidatura o se non scattasse il seggio sarebbe un boomerang. Spero sia chiaro a tutti il luogo dove è detenuta”, ha detto in un’intervista all’HuffPost. “Mia figlia – ha spiegato – viene condotta in catene in aula e qui un governo autorevole può porre fine a questo scempio. Inoltre, c’è la questione dell’estradizione in cui si può agire. L’articolo 3 della nostra Costituzione specifica che i cittadini italiani sono tutti uguali di fronte alla legge e lo Stato italiano dovrebbe far valere la sua autorevolezza perché non ci sia questa differenza di trattamento su una cittadina italiana in Ungheria. Mia figlia è in carcere da 13 mesi, e per 10 di questi su di lei non è stato detto nulla. Tajani dovrebbe spiegare cosa ha fatto in tutto quel tempo invece di dire di abbassare i toni.”

La Russa: Candidatura scelta lecita, ma non so se utile o negativa per la vicenda giudiziaria. A esprimere perplessità sull’ipotesi di candidatura è anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Una eventuale candidatura di Ilaria Salis con il Partito Democratico – ha spiegato – può funzionare sicuramente per quanto riguarda i voti; dal punto di vista della vicenda giudiziaria invece non so dire, non ho elementi per dire se è una mossa utile o negativa. Non lo so.” La seconda carica dello Stato ha poi ribadito la sua posizione sul caso: “Se la vogliono candidare – ha continuato, ricordando l’incontro con Roberto Salis – sarebbe una scelta assolutamente lecita, ma non so se è la scelta anche del papà. Quello che ho consigliato all’epoca, era che ci fosse meno commistione politica possibile, ed era anche il motivo per cui lo avevo voluto ricevere, per sottrarlo alle opposte polemiche politiche. Perché in questo modo più facili sono i risultati.”