Economia

Il genio ribelle della psicologia economica: Daniel Kahneman

Daniel Kahneman, premio Nobel per l'economia, ha dimostrato le irrazionalità nelle decisioni umane, influenzando l'intero panorama economico e sociale.

Il genio ribelle della psicologia economica: Daniel Kahneman

Mercoledì è scomparso all’età di 90 anni il celebre psicologo israelo-statunitense Daniel Kahneman, insignito del premio Nobel per l’economia nel 2002. La sua fama deriva dalla dimostrazione che le persone spesso prendono decisioni irrazionali, sfidando i canoni della logica. Le sue ricerche hanno smontato il concetto di homo economicus, che considera gli individui come esseri razionali mossi esclusivamente dall’interesse personale. Questo concetto, pilastro della teoria economica classica sviluppatasi tra fine Settecento e metà Ottocento grazie a pensatori come Adam Smith e John Stuart Mill, è stato messo in discussione da Kahneman.

Verso la fine degli anni Settanta, Kahneman e il suo stretto collaboratore Amos Tversky hanno evidenziato che le persone spesso prendono decisioni contrarie ai propri interessi a causa di influenze esterne, come gli eventi recenti. Questo porta le persone a trarre conclusioni affrettate o a cambiare idea con difficoltà. Uno dei loro studi più noti ha dimostrato che gli individui tendono a sovrastimare la probabilità di eventi poco plausibili se ne è stata fatta esplicita menzione o discussione.

Oltre al premio Nobel, nel 2013 Kahneman è stato insignito da Barack Obama della Medaglia presidenziale della libertà, il più alto riconoscimento civile negli Stati Uniti. Le ricerche condotte da Kahneman e Tversky hanno gettato le basi per l’economia comportamentale moderna, che applica principi psicologici allo studio dei processi decisionali in ambito economico. Le loro teorie hanno avuto un impatto significativo anche al di fuori dell’economia, influenzando settori come la formulazione delle politiche pubbliche da parte dei governi e le procedure diagnostiche dei medici.

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