Stage non retribuiti in Europa: la battaglia per una paga equa
L'Europa discute sull'obbligo di retribuzione per i tirocini post laurea e diploma, con il Parlamento che propone una paga in linea con il salario minimo. La Commissione Ue si piega alle lobby, scatenando critiche e dibattiti sulle condizioni dei giovani stagisti.
L’Europa ha deciso di non introdurre l’obbligo di retribuire i giovani che svolgono uno stage lavorativo, nonostante la richiesta dell’Eurocamera di prevedere una retribuzione per i tirocini non curriculari in linea con il salario minimo dello Stato in cui sono svolti. Le nuove norme presentate dalla Commissione Ue si concentrano sulla promozione di stage di qualità e sulla raccomandazione di una retribuzione equa per i tirocinanti, senza però imporre paghe o rimborsi spese obbligatori.
La Commissione introduce il principio di non discriminazione per garantire che gli stagisti retribuiti siano trattati equamente rispetto ai dipendenti regolari in termini di condizioni di lavoro, compresa la retribuzione. Inoltre, la bozza di legge di Bruxelles indica che i governi dei 27 Stati membri devono garantire che i tirocini non siano utilizzati per mascherare posti di lavoro regolari, attraverso controlli e ispezioni, e devono consentire ai sindacati di impegnarsi a nome dei tirocinanti per garantire i loro diritti e assicurare canali attraverso i quali i tirocinanti possano denunciare pratiche scorrette e cattive condizioni di lavoro.
La proposta del Parlamento europeo prevedeva invece l’obbligo di retribuzione per i tirocini post laurea o diploma, con una paga in linea con il salario minimo dello Stato membro dove lo stage viene attivato. Secondo il Parlamento, i tirocini dovrebbero garantire almeno la copertura delle spese relative a vitto, alloggio e trasporti. La proposta includeva anche degli incentivi per gli imprenditori che offrono stage retribuiti e di qualità, al fine di combattere la concorrenza sleale e contenere fenomeni come la fuga dei cervelli.
L’eurodeputata dei Verdi Rosa D’Amato ha criticato la bozza di legge della Commissione, definendola una presa in giro vergognosa. Ha sottolineato che la Commissione si è piegata alle lobby, infliggendo uno schiaffo ai giovani intrappolati in tirocini non retribuiti. Il Parlamento europeo ha bandito i tirocini non retribuiti al suo interno, inclusi quelli degli assistenti parlamentari, con misure entrate in vigore nel 2019. Alcuni Stati Ue hanno seguito questa strada.
Secondo uno studio del Forum europeo della gioventù, su 3,1 milioni di stage attivi nell’Unione europea, ben 1,6 milioni non prevedono alcuna forma di paga o rimborso spese. Un tirocinio gratuito di sei mesi può costare in media fino a oltre 6.000 euro alle famiglie, diventando un ulteriore elemento di discriminazione economica tra chi può permettersi di lavorare gratis e chi fatica a sostenersi senza nemmeno un rimborso spese.