Tv e Spettacolo

Il dibattito sull’aborto a Porta a Porta: voce alle donne?

Critiche per la mancanza di rappresentanza femminile nel confronto televisivo

Il dibattito sull’aborto a Porta a Porta: voce alle donne?

L’episodio di ieri sera di Porta a Porta su Rai1 ha mostrato un confronto sull’aborto tra sette uomini e una donna ecografista ripresa di spalle, creando l’immagine di una società maschilista e patriarcale. Le parole di Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, su X, ex Twitter, hanno evidenziato la sorpresa per la scelta di dare voce solo agli uomini su un tema così delicato come l’aborto.

In studio, Bruno Vespa e i suoi ospiti hanno affrontato diversi argomenti, tra cui la libertà di scelta delle donne in materia di gravidanza e l’emendamento riguardante la possibilità per le regioni di inserire nei consultori soggetti del terzo settore con esperienza nel sostegno alla maternità. Questa decisione ha generato un ampio dibattito che ha superato i confini nazionali, come dimostrato dalle parole della ministra spagnola per l’Uguaglianza, Ana Redondo, che ha condannato le pressioni organizzate contro le donne che desiderano interrompere una gravidanza.

L’episodio di Porta a Porta ha sollevato critiche per la mancanza di presenza femminile nel dibattito sull’aborto. Al di fuori della televisione, la composizione esclusivamente maschile del nuovo consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha sollevato interrogativi, considerando che l’AIFA regola anche i farmaci legati alla salute riproduttiva delle donne.

Le polemiche su Porta a Porta e su Bruno Vespa si sono moltiplicate, con molte voci che si sono chieste perché nessuna donna sia stata coinvolta nel dibattito sull’aborto. Alcuni hanno ironizzato sul fatto che sette uomini abbiano discusso di aborto dopo una partita di calcetto, sottolineando la mancanza di rappresentanza femminile in un tema così cruciale.