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Nuove regole per l’accesso ai siti porno in Italia

In Italia si apre una consultazione pubblica sull'accesso ai siti porno per verificare l'età dei visitatori e proteggere i minori. Possibili misure di controllo più rigorose in arrivo.

Nuove regole per l’accesso ai siti porno in Italia

Una delibera dell’Autorità Garante per le Comunicazioni potrebbe rivoluzionare l’accesso ai siti di contenuti per adulti in Italia. Per la prima volta nel nostro Paese, si apre una consultazione pubblica per discutere su come verificare l’età dei visitatori di siti porno. Il documento sottolinea il potenziale impatto negativo dei contenuti pornografici sugli adolescenti e la necessità per le piattaforme di implementare meccanismi di verifica dell’età.

Attualmente non sono specificate le modalità precise di controllo, ma è chiaro che il semplice click per confermare di avere più di 18 anni, comunemente utilizzato, non sarà sufficiente. Si prevede l’adozione di misure più rigorose per garantire l’efficacia del sistema.

Un esempio di simile iniziativa è stato sperimentato negli Stati Uniti, in Louisiana, dove i siti con una quota significativa di contenuti pornografici sono tenuti a richiedere un documento di identità agli utenti, utilizzando un sistema simile al nostro Spid. Questa pratica ha portato a una significativa diminuzione del traffico verso tali siti, dimostrando l’efficacia di un controllo più accurato sull’età degli utenti.

AGCOM
La delibera dell’Agcom

La protezione dei minori online e la tutela della privacy possono coesistere armoniosamente nel rispetto delle libertà individuali. Secondo il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, coloro che si oppongono a regole di base spesso agiscono per interessi economici o addirittura criminali.

L’Autorità Garante per le Comunicazioni recepisce le disposizioni dell’articolo 13-bis del decreto Caivano, che impone ai gestori di siti web e ai fornitori di piattaforme di condivisione video di verificare l’età degli utenti che accedono a contenuti pornografici in Italia. Inoltre, durante la consultazione pubblica, Agcom valuterà la possibilità di estendere tali criteri a tutte le tipologie di contenuti e servizi dannosi per lo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori.

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Il post del Commissario dell’Agcom Massimiliano Capitanio

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