Offensiva ucraina a Kursk: tensioni tra Kiev e Mosca
Sabotaggio dei ponti e accuse internazionali
Le autorità di Kiev hanno dichiarato di aver distrutto un terzo ponte nella regione russa di Kursk, dove l’esercito ucraino ha avviato un’offensiva dal 6 agosto scorso. Il sabotaggio dei ponti sul fiume Seym, che collegano un’ampia area di confine con l’Ucraina al resto della Russia, è una strategia per impedire attacchi diretti da parte di Mosca sul territorio ucraino. Il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato che l’obiettivo è creare una zona cuscinetto per spostare la linea del fronte.
Nella regione di confine russa, le truppe di Kiev hanno avanzato di 28-35 chilometri, come ha riferito Oleksandr Syrskyi, capo delle forze armate di terra e mente strategica dell’offensiva ucraina in territorio russo. In precedenza, Zelensky aveva annunciato il rafforzamento delle posizioni dell’esercito nella regione, suscitando l’accusa da parte di Mosca (senza fornire prove) di un presunto piano di attacco alla centrale nucleare di Kursk da parte dell’Ucraina.
La Russia ha ora lanciato nuove accuse, questa volta rivolte agli Stati Uniti e ai loro alleati occidentali, sostenendo che ci siano prove dell’implicazione di compagnie militari private americane al fianco delle forze armate ucraine durante l’invasione del territorio russo. Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’incaricata d’affari degli Stati Uniti nel Paese, Stephanie Holmes, per comunicare queste accuse e ha avvertito che tutti gli specialisti e i mercenari stranieri che attraversano illegalmente il confine russo diventano obiettivi legittimi per le forze russe.
Il ministero degli Esteri russo ha anche protestato ufficialmente contro l’ingresso, considerato illegale, di alcuni giornalisti americani a Kursk, accusandoli di compiere azioni provocatorie per la copertura propagandistica dei presunti crimini del regime di Kiev, simili alle accuse rivolte a giornalisti italiani della Rai.
In risposta all’incursione ucraina a Kursk, Vladimir Putin ha ordinato al suo esercito di respingere le truppe ucraine e liberare la regione entro l’1 ottobre. L’obiettivo di Mosca è far retrocedere le forze ucraine da Kursk senza però ritirare le truppe dalle aree chiave nel Donbass, dove la Russia continua la sua offensiva.
La Federazione russa mira a raggiungere i suoi obiettivi contro gli ucraini che commettono crimini nella regione di Kursk, affermando che vincerà come ha fatto nella lotta al terrorismo. Putin ha espresso questa determinazione incontrando le madri dei bambini uccisi nell’attacco del 2004 a Beslan, dove una scuola fu assaltata da terroristi ceceni che sequestrarono circa mille persone tra bambini, insegnanti e genitori.