Tragedia alla Vela Celeste di Scampia: crollo, vittime e rabbia
Dinamica, cause e prospettive dopo il crollo del ballatoio
La Vela Celeste di Scampia, simbolo del degrado della periferia settentrionale di Napoli, torna ancora una volta in prima pagina con il boato, le urla, le macerie, le vittime e la rabbia. Alle 22.40 del 22 luglio, un ballatoio crolla, causando vittime e feriti. Il dolore per le vite spezzate, l’ansia per i feriti, la rabbia per il degrado evidente, gli interrogativi sulle cause e sul futuro si fanno sentire.
Il crollo a Scampia: dinamica dell’incidente
Il tragico evento avviene poco prima delle 23, quando il ballatoio in ferro del terzo piano della struttura si stacca e crolla sui piani sottostanti. Due persone perdono la vita e 13 rimangono ferite. Sul luogo intervengono i vigili del fuoco e la polizia, impegnati nel delicato compito di evacuare gli inquilini dei piani superiori, preoccupati per la stabilità del palazzo e intralciati dalle macerie. Nel frattempo, il caos si diffonde per le strade.
Le cause del crollo a Scampia
Secondo alcuni testimoni, il cedimento del ballatoio potrebbe essere avvenuto durante una lite tra due famiglie. Si ipotizza che il peso concentrato sul ballatoio abbia contribuito al crollo della struttura già precaria. Tuttavia, al momento, non vi è conferma di un collegamento tra i lavori in corso alla Vela e l’incidente. Il sindaco Gaetano Manfredi ha chiarito che i lavori di bonifica avviati all’inizio dell’anno non sono correlati al crollo, ma un’indagine è in corso per stabilire le cause con esattezza. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disastro colposo contro ignoti.
Le vittime del crollo a Scampia
Il bilancio è tragico: due morti, 13 feriti e circa 800 evacuati. Le vittime sono Roberto Abbruzzo, macellaio di 29 anni e padre di una bambina, e Margherita Della Ragione, 35 anni, che si trovava lì con i suoi tre figli. I sette minori feriti, tutti in condizioni gravi, sono bambine tra i due e i dieci anni. Alcune di loro versano in condizioni critiche dopo interventi chirurgici notturni. Gli sfollati, circa 800, di cui 300 minori, sono stati temporaneamente sistemati nelle palestre delle scuole, ma non sono mancate tensioni e proteste.
Le Vele di Scampia: storia e prospettive
Le Vele di Scampia, complesso residenziale costruito tra il 1962 e il 1975, sono stati un simbolo del degrado della periferia napoletana. Dopo la demolizione di quattro edifici, restano tre, di cui uno oggetto di lavori di riqualificazione. Il sindaco Manfredi sottolinea l’importanza di completare il progetto di abbattimento e riqualificazione delle Vele per offrire una sistemazione dignitosa alle persone che vivono in condizioni difficili da anni. Il cronoprogramma prevede il completamento degli interventi entro il 2027, con lo spostamento progressivo delle famiglie man mano che gli alloggi nuovi vengono realizzati.