Accordo storico tra Hamas e Fatah a Pechino
La Cina mediatrice per la riconciliazione palestinese
La Cina ha raggiunto un nuovo traguardo nel campo diplomatico, con quattordici fazioni palestinesi, tra cui Hamas e il partito Fatah, che hanno firmato un accordo a Pechino per porre fine alle divisioni politiche e alle rivalità che durano da 17 anni. Questo importante passo è stato sancito con la firma della Dichiarazione di Pechino il 23 luglio, che prevede la creazione di un governo di riconciliazione nazionale provvisorio a Gaza, dopo il periodo post-bellico.
Secondo il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, l’accordo per formare un governo di riconciliazione nazionale attorno al governo di Gaza rappresenta il punto centrale dell’intesa. Hamas ha accolto positivamente l’accordo come un passo significativo verso l’unità nazionale, anche con il rivale Fatah. Musa Abu Marzuk, un alto funzionario di Hamas, ha sottolineato l’importanza dell’accordo per l’unità nazionale e ha espresso impegno nel perseguire questo obiettivo.
Sebbene la tenuta dell’accordo debba ancora essere verificata, si tratta di un passo diplomatico rilevante a favore della Cina. Gli analisti sono scettici sulle reali conseguenze dell’intesa per la situazione a Gaza, ma concordano sul fatto che essa rifletta le ambizioni diplomatiche della Cina in Medio Oriente.
Le divisioni tra Hamas e Fatah si sono approfondite dopo la vittoria elettorale di Hamas nel 2006 e il successivo controllo della Striscia di Gaza. Gli sforzi compiuti dagli stati arabi, guidati dall’Egitto, non sono riusciti a risolvere le dispute sul potere tra le due fazioni. Tutti i tentativi di riconciliazione sono falliti, compreso l’incontro tenutosi in Cina lo scorso aprile, che ha prodotto solo un impegno generico a continuare il dialogo.
La reazione di Israele all’accordo tra le fazioni palestinesi è stata dura, con il ministro degli Esteri Israel Katz che ha criticato l’intesa come un tentativo di controllo congiunto di Gaza da parte di Hamas e Fatah. Katz ha sottolineato che la sicurezza di Israele rimarrà esclusivamente nelle mani di Israele, respingendo l’idea di un coinvolgimento di Hamas e Fatah nel controllo della regione.