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Italia e Nato: tensioni per il ruolo di inviato per il fronte Sud

Analisi sulle implicazioni della decisione della Nato sulla Spagna

Italia e Nato: tensioni per il ruolo di inviato per il fronte Sud

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito la decisione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg di conferire alla Spagna il nuovo ruolo di inviato per il fronte Sud come un affronto personale. Questa mossa ha suscitato la sua indignazione, annunciando che ci saranno conseguenze sui rapporti personali. Secondo l’esponente di FdI intervistato da La Stampa, questa decisione è stata percepita come un tradimento dei principi, poiché era l’Italia a sostenere l’introduzione del ruolo di inviato per la sponda sud del Mediterraneo.

La nomina di uno spagnolo come inviato per il fronte Sud ha scatenato la rabbia del governo italiano per vari motivi. Per comprendere meglio la situazione attuale delle relazioni Italia-Nato, è importante considerare che l’Alleanza si è concentrata da più di due anni sul fronte Est a causa del conflitto Russia-Ucraina, mentre gli interessi dell’Italia sono principalmente rivolti verso Sud.

Sebbene l’area del Medio Oriente e del Nord Africa (conosciuta come area Mena) non sia trascurabile per la Nato, rappresenta un punto focale per gli interessi italiani, sia dal punto di vista economico che energetico. Inoltre, l’Italia è fortemente coinvolta nei rapporti con gli alleati meridionali dell’Alleanza, ma deve fare i conti con l’attenzione predominante della Nato verso Est. Questo squilibrio è evidenziato dall’impegno italiano negli aiuti e nel sostegno militare e finanziario all’Ucraina, chiedendo in cambio un riconoscimento a livello di ruoli strategici.

La creazione del ruolo di inviato per il fronte Sud è stata il risultato di mesi di incontri bilaterali e analisi specifiche sull’area commissionate dalla stessa Alleanza. Il rapporto redatto da un gruppo di esperti nominati da Stoltenberg ha sottolineato l’importanza della sicurezza nel Nord Africa e nel Medio Oriente per la stabilità dei Paesi Nato e dei partner regionali. Questo ha portato alla raccomandazione di istituire la figura di Inviato per il fronte meridionale.

La questione della spesa militare è diventata centrale nelle relazioni tra l’Italia e la Nato. Gli Stati membri si sono impegnati a spendere il 2% del Pil in difesa entro il 2024, un obiettivo che l’Italia non ha ancora raggiunto, fermandosi al di sotto dell’1,5%. Questo ha portato a una crescente marginalizzazione dell’Italia all’interno dell’Alleanza, con conseguenze sul suo ruolo e la sua influenza.

Alcuni paesi come Francia, Germania, Polonia e Spagna hanno aumentato i loro bilanci per la difesa, mentre l’Italia è scesa al 26° posto sui 33 Stati membri per spese militari. Questo atteggiamento di mancato rispetto degli impegni sulla spesa per la difesa rischia di far apparire l’Italia come un free-rider, un’immagine sempre meno accettabile all’interno della Nato.

Il governo italiano si è impegnato a raggiungere l’1,6% del Pil per la difesa, ma si trova di fronte a sfide economiche e politiche interne. La questione della spesa militare è diventata un nodo cruciale per l’Italia per mantenere un ruolo di peso all’interno dell’Alleanza, specialmente in un contesto geopolitico dominato dalla corsa agli armamenti.

La partita si riaprirà con l’insediamento del nuovo segretario generale Mark Rutte, che potrebbe decidere di rinnovare la squadra Nato, compresa la carica di inviato speciale per il Sud. Il governo italiano ha espresso forti perplessità riguardo alla nomina dello spagnolo come inviato per il fronte Sud, cercando di far valere le proprie ragioni e il proprio ruolo all’interno dell’Alleanza.

Spesa militare su Pil Ita-Spa dati Nato
Spesa militare su Pil Ita-Spa, dati Nato

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Staff
  • PublishedJuly 22, 2024