Hong Kong: Hub del Commercio Illecito con Regimi Autoritari
Il ruolo cruciale di Hong Kong nel commercio illecito di tecnologia e beni strategici
Hong Kong si è trasformata in un importante centro commerciale globale, diventando un punto di partenza per spedizioni verso regimi autoritari in tutto il mondo. Secondo un’analisi della Committee for Freedom in Hong Kong Foundation, l’ex colonia britannica è diventata un hub per l’esportazione di semiconduttori e altri beni tecnologici verso paesi come Russia, Iran e Corea del Nord.
Nel report intitolato “Beneath the Harbor: Hong Kong’s Leading Role in Sanctions Evasion”, l’organizzazione ha evidenziato il ruolo cruciale di Hong Kong nel commercio illecito con paesi autoritari e ha sottolineato la complicità del governo locale nel consentire alle aziende di eludere le sanzioni internazionali. Si è scoperto che 206 aziende di Hong Kong hanno spedito beni per un valore di quasi 2 miliardi di dollari verso la Russia, di cui quasi il 40% rientrava nell’elenco degli articoli essenziali per sostenere lo sforzo bellico russo in Ucraina.
Un esempio citato nel report è Piraclinos Limited, un’azienda che ha inviato articoli del Common High Priority Items (CHPL) a un’azienda russa nonostante le sanzioni statunitensi. Inoltre, alcune società di Hong Kong sono state coinvolte nel trasferimento di tecnologia avanzata di droni e missili all’Iran, che a loro volta sono finiti nelle mani di gruppi sostenuti da Teheran.
Le imprese hongkonghesi hanno anche facilitato la vendita illecita di petrolio iraniano tramite trasferimenti da nave a nave in mare. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea si sono concentrate principalmente sulle aziende coinvolte nelle spedizioni illecite, anziché sui singoli individui.
Il particolare status politico e normativo di Hong Kong ha reso possibile questo sistema, consentendo a chiunque di creare facilmente società fittizie. La reputazione di Hong Kong come centro aperto ai mercati e alle imprese risale ai tempi del dominio coloniale britannico e si è mantenuta anche dopo il ritorno sotto il controllo cinese nel 1997. La città si è distinta per le basse tasse, l’assenza di controlli sui capitali e una valuta locale agganciata al dollaro statunitense.