Atleti russi alle Olimpiadi di Parigi: legami con l’esercito di Mosca e controversie
Rapporto svela possibili violazioni del CIO e reazioni degli atleti
La fondazione per i diritti umani Global Rights Compliance, con sede all’Aja, ha reso noto che almeno due terzi degli atleti russi ammessi alle Olimpiadi di Parigi potrebbero avere legami con l’esercito di Mosca o aver espresso sostegno all’invasione dell’Ucraina. Questa rivelazione è emersa in un rapporto diffuso giovedì 18 luglio.
Dopo l’invasione militare del febbraio 2022, gli atleti russi sono stati inizialmente esclusi dallo sport internazionale. Tuttavia, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha permesso il ritorno graduale di alcuni di loro sotto una bandiera neutrale, consentendo loro di partecipare come atleti individuali neutrali. Secondo la fondazione, questa condizione sarebbe stata violata.
Va precisato che la percentuale del 67% menzionata dalla ONG si riferisce ai 57 atleti russi e bielorussi dichiarati idonei. Tuttavia, solo 15 atleti russi e 16 bielorussi parteciperanno effettivamente ai Giochi, mentre gli altri hanno deciso di boicottare le Olimpiadi.
Il rapporto dell’ONG ha citato diversi atleti coinvolti, tra cui cicliste, canoisti, nuotatori, ginnasti e tennisti. Le informazioni su di loro sono state raccolte attraverso un’ampia indagine di open source intelligence (Osint).
Pur presentando prove evidenti di violazioni, la fondazione ha criticato il CIO per non aver agito in conformità con le proprie regole. In risposta, il Comitato Olimpico ha dichiarato di non poter commentare i singoli casi e le decisioni del comitato di revisione.
Finora non sono pervenuti commenti dai Comitati Olimpici russo e bielorusso in merito al rapporto. L’ONG ha inviato il rapporto anche ai principali partner del CIO, sottolineando che potrebbero diventare involontariamente complici nell’appoggiare l’azione militare della Russia.
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