Raid israeliano a Khan Younis: 70 morti e 289 feriti
Attacco aereo contro Hamas provoca devastazione e polemiche
Il massiccio raid israeliano del 13 luglio ad Al-Mawasi, nella zona di Khan Younis, a sud della striscia di Gaza, ha causato almeno 70 morti e 289 feriti, secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. L’area colpita era stata precedentemente designata come zona umanitaria sicura dall’esercito israeliano, ma a causa dell’afflusso di persone rimaste senza casa a causa dell’invasione, si era densamente popolata e piena di tende.
L’esercito israeliano sostiene che l’attacco sia stato mirato solo al sito di Hamas, situato in una zona dove erano presenti solo terroristi di Hamas e nessun civile. Questo raid si inserisce in un contesto di guerra che ha già causato la morte di oltre 38mila palestinesi in nove mesi.
L’obiettivo dell’attacco aereo israeliano era uccidere i capi di Hamas, in particolare il comandante dell’ala militare Mohammed Deif e il comandante della brigata Khan Yunis, Rafa’a Salameh. Deif è considerato uno dei principali responsabili di attacchi precedenti in territorio israeliano.
Secondo fonti militari citate dal Times of Israel, i due capi di Hamas si trovavano in un edificio basso fra le zone di Al-Mawasi e Khan Younis al momento dell’attacco, in una zona civile ma non in una tendopoli di sfollati palestinesi. Altri agenti di Hamas erano presenti nell’area, comprese guardie, ma non risultano ostaggi israeliani.
L’esercito israeliano non ha confermato se Deif e Salameh siano stati uccisi nell’attacco, ma secondo la tv saudita al-Hadath, Deif sarebbe rimasto gravemente ferito mentre Salameh sarebbe deceduto. Hamas ha condannato il raid aereo, definendo gli obiettivi designati da Israele come falsi e finalizzati a giustificare l’attacco.
L’attacco a Khan Younis ha avuto ripercussioni sulle infrastrutture sanitarie, con l’ospedale Nasser che non è più in grado di funzionare a causa del gran numero di feriti. In precedenza, l’ospedale aveva ricevuto 20 cadaveri e 90 feriti dopo l’attacco israeliano.