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Operazione militare a Gaza: polemiche sui diritti umani

La liberazione di ostaggi israeliani scatena controversie internazionali

Operazione militare a Gaza: polemiche sui diritti umani

L’operazione militare che ha portato alla liberazione di quattro ostaggi israeliani ha scatenato polemiche sul fronte dei diritti umani. Il portavoce dell’ufficio per i diritti umani dell’Onu, Jeremy Laurence, ha sollevato la questione di un possibile crimine di guerra in relazione all’uccisione di centinaia di civili durante l’operazione. Laurence ha puntato il dito sia contro Israele che contro i miliziani palestinesi di Hamas, sottolineando come entrambe le parti abbiano messo a rischio la vita dei civili. In particolare, ha condannato l’uso dei civili come scudi umani da parte dei gruppi armati, un comportamento che potrebbe configurare un crimine di guerra.

Il blitz delle forze israeliane si è verificato sabato 8 giugno nel campo profughi urbano di Nuseirat, nella zona centrale della Striscia di Gaza. L’operazione ha causato la morte di un numero imprecisato di residenti, con stime divergenti tra Hamas e Israele sul totale delle vittime. Secondo Hamas, le vittime sarebbero almeno 210, mentre Israele afferma di aver conteggiato circa 100 vittime palestinesi, senza specificare la suddivisione tra civili e terroristi.

I quattro ostaggi liberati sono Noa Argamani, 25 anni, Almog Meir Jan, 21 anni, Andrey Kozlov, 27 anni, e Shlomi Ziv, 40 anni. Questi quattro cittadini israeliani erano stati rapiti il 7 ottobre durante l’attacco di Hamas al festival musicale Supernova. Le forze speciali israeliane hanno condotto raid simultanei in siti ritenuti appartenere ad Hamas a Nuseirat per liberare gli ostaggi. Secondo le autorità israeliane, tre dei quattro ostaggi erano ospitati nella casa di un giornalista palestinese di Al Jazeera, accusato da Tel Aviv di essere affiliato ad Hamas.

Staff
  • PublishedJune 11, 2024