Cronaca

Il mistero della scomparsa di Mara Favro

L'ipotesi di omicidio al centro dell'indagine nella Val di Susa

Il mistero della scomparsa di Mara Favro

Il mistero che avvolge la scomparsa di Mara Favro si infittisce sempre di più. Tuttavia, c’è un punto su cui gli investigatori sembrano concordare: l’ipotesi di omicidio è ora al centro dell’indagine sulla cameriera di 51 anni sparita nel nulla in Val di Susa, Torino, nella notte tra il 7 e l’8 marzo scorso.

Il fascicolo, inizialmente aperto senza ipotesi di reato, è stato modificato dopo che il fratello della donna, Fabrizio Favro, assistito dall’avvocato Roberto Saraniti, ha presentato un esposto in procura ipotizzando che qualcuno abbia ucciso Mara e fatto sparire il suo corpo.

Le indagini dei carabinieri si stanno ampliando, con nuove persone sentite, tra cui i vicini di casa. Il fratello di Mara ha evidenziato elementi e incongruenze nei racconti di alcuni testimoni, in particolare di coloro che hanno parlato alla trasmissione “Chi l’ha visto?” di Rai 3, mettendo in discussione l’ipotesi iniziale di un allontanamento volontario.

Mara, madre di una bambina di 9 anni, viveva a Susa e lavorava in una pizzeria a Chiomonte. Le ultime testimonianze raccolte dagli inquirenti non coincidono del tutto, con nuove informazioni che potrebbero cambiare il corso delle indagini.

Un presunto messaggio inviato dalla donna al datore di lavoro la mattina dell’8 marzo, in cui annunciava di non voler più lavorare nel locale, è scomparso insieme al suo cellulare. L’ultimo segnale di vita di Mara è stato un selfie inviato alla figlia, in cui il volto della donna è avvolto dall’oscurità della notte.

Le versioni del titolare della pizzeria e del pizzaiolo si scontrano: mentre il primo afferma di aver dato un passaggio a Mara e di averla vista tornare indietro per recuperare le chiavi di casa, il secondo nega di averla accompagnata e sostiene che la donna fosse già venuta a lavoro in auto.

Mara Favro, 51 anni
Mara Favro, 51 anni

Un altro elemento misterioso è rappresentato da una cartellina trovata in casa di Mara con scritte enigmatiche, tra cui “8 marzo”, “comando dei carabinieri”, “medico legale”, “autopsia”, “camera mortuaria” e “Napoli”, il cui significato è ancora oscuro.

La vicenda si complica ulteriormente con la denuncia di un’altra donna che ha lavorato nella stessa pizzeria di Chiomonte e ha accusato il titolare di aggressione. Le versioni contrastanti tra le parti coinvolte rendono il caso di Mara Favro ancora più intricato e pieno di interrogativi.

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Staff
  • PublishedJune 10, 2024