Abusi familiari: la fuga dalla prigione domestica
Una giovane vittima di violenza trova il coraggio di denunciare il fratello
L’orrore tra le mura di casa avrebbe continuato per anni, iniziando quando la ragazza aveva solo 15 anni. Il suo fratello maggiore, di circa vent’anni più grande di lei, avrebbe abusato di lei come “pegno” per averla aiutata a raggiungere l’Italia dal Ghana. Spaventata e sottomessa all’autorità del fratello, la giovane avrebbe sopportato in silenzio gli abusi per almeno tre anni, finché non ha deciso di fuggire di casa e confidarsi con il fidanzato, che fino a quel momento era all’oscuro di tutto.
Le indagini hanno portato al processo a Brescia, dove sono state ascoltate le amiche e le ex compagne di scuola della ragazza, ora poco più che ventenni. A giugno sarà la volta del fratello, già presente in tribunale e accusato di violenza sessuale aggravata. Secondo quanto emerso dagli inquirenti e confermato dalle testimonianze, l’uomo si sarebbe spacciato per il padre della ragazza per facilitare il suo ingresso in Italia e costringerla a rimanere nel Paese.
Una volta trasferitasi in provincia di Brescia, avrebbe abusato di lei, costringendola a rapporti sessuali contro la sua volontà, fino a due volte a settimana secondo le accuse. In casa, la ragazza sarebbe stata trattata in modo disumano per anni: le era vietato uscire, doveva occuparsi delle faccende domestiche e dei figli del fratello, sempre al suo servizio. Fino a quando ha deciso di fuggire per ricostruirsi una nuova vita.
La ragazza ha denunciato tutto ai carabinieri, che hanno avviato le indagini. Gli atti, condivisi con la procura, hanno portato al rinvio a giudizio dell’accusato.