Cronaca

Il miracoloso parto in volo di Michael Palillo: 30 anni dopo

La storia di un nascita straordinaria tra le nuvole di Palermo

Il miracoloso parto in volo di Michael Palillo: 30 anni dopo

Fuori, le nuvole. Dentro il primo vagito di Michael. È una notte di metà maggio di 30 anni fa. Una ragazza ha appena partorito a bordo di un elicottero in volo da Punta Raisi all’ospedale Cervello. Michael Palillo, lampedusano nato nel cielo di Palermo, ha festeggiato il suo compleanno in queste ore.

Chiude gli occhi, sospira, immagina quei momenti che spesso gli hanno raccontato. Quel fiocco azzurro annodato a migliaia di metri d’altezza, il battesimo dell’aria avvenuto nel modo più precoce. Ma soprattutto la grande paura, come hanno raccontato le cronache dell’epoca.

“Sono nato 6 minuti dopo la mezzanotte del 17 maggio 1994 nello spazio aereo sovrastante Sferracavallo”, racconta a PalermoToday. La madre, una ragazza di 24 anni, aveva avvertito le doglie all’alba del giorno prima. In realtà il ginecologo, nella visita precedente, le aveva fatto capire che sarebbe passata ancora una settimana. Poi però le cose sono cambiate improvvisamente.

Così, dopo le doglie, è scattato il trasporto d’urgenza da Lampedusa, la nostra isola, a Palermo con un aereo sanitario. Con lei a bordo c’era anche mio padre. Una volta arrivati a Punta Raisi, è stato disposto il trasferimento in elicottero verso l’ospedale. Il parto è stato movimentato, il pilota per guadagnare tempo ha deciso di compiere il tragitto a bassa quota tra vuoti d’aria e turbolenze.

Sono nato in volo, pochi minuti prima dell’atterraggio nella piazzola di sosta dell’ospedale Cervello. Su quell’elicottero c’era anche il mio papà, che adesso ricorda con emozione: “Abbiamo avuto tanta paura ma i medici sono stati bravissimi”.

Michael adesso ha 30 anni. Un momento di festa anche per il papà Salvatore che però non può fare a meno di pensare anche a quei frangenti densi di tensione. Ricorda tutto come se fosse ieri.

“Quando sono arrivate le doglie siamo partiti subito da Lampedusa con quello che noi chiamiamo ‘aereo ambulanza’. Siamo arrivati a Punta Raisi e dovevamo raggiungere l’ospedale Cervello. L’anestesista ci disse che Michael non sarebbe arrivato a nascere in ambulanza. A quel punto è partita la folle corsa verso la vita, con un travaglio tutt’altro che tranquillo nella notte palermitana.”

“Ci siamo diretti subito verso l’elicottero che ci stava aspettando. Quando eravamo arrivati in linea d’aria all’altezza di Sferracavallo è venuto alla luce Michael. Sono stati momenti a tratti tragici. Il bambino non emetteva alcun suono, aveva pure un colorito preoccupante che peggiorava attimo dopo attimo, al punto che la sua mamma disse all’anestesista: ‘Dottore, mi dica la verità: allora è nato morto’. La risposta? ‘No, stia calma’, esclamò il medico. Dopo qualche minuto Michael ha iniziato a strillare e abbiamo capito che era vivo. Ci sono venuti incontro i sanitari del 118 e in pochi attimi ci ritrovammo in un reparto del Cervello. Ricordo ancora le parole di chi era con noi su quel volo: ‘È stato un brutto inizio ma una bella fine’.”

Oggi Michael lavora con papà a Lampedusa: hanno una ditta che noleggia auto e scooter. “Subito dopo la mia nascita – racconta il ragazzo – la nostra famiglia è stata travolta da un’ondata di popolarità. Giornali e tv vennero a Lampedusa a intervistare papà e mamma. Andammo anche a Roma, a ‘I fatti vostri’ e Giancarlo Magalli mi prese in braccio. Insomma – dice ridendo – eravamo diventati famosi. Nella nostra isola ancora oggi praticamente tutti conoscono questa storia.”

Michael Palillo sottolinea quanto sia difficile per un lampedusano nascere a Lampedusa. Recentemente è venuta alla luce una bambina: un evento storico perché da 51 anni non si registravano parti sull’isola maggiore delle Pelagie. Qua le donne non partoriscono per mancanza di una struttura sanitaria adeguata. Questo è un problema per noi.

Le donne sono costrette ad andare a Palermo, affittano la stanza e per un mese rimangono là con notevoli esborsi economici. Quasi tutti i lampedusani nascono a Palermo, che comunque per me è e sarà sempre una seconda casa, dal punto di vista sanitario siamo ‘collegati’ perché apparteniamo alla stessa Asp.

“So che la mia nascita è qualcosa che assomiglia a un miracolo. Sono nato a Palermo – conclude – e per questo mi sento un po’ anche palermitano. Qualche volta sono passato da Sferracavallo, ho guardato il cielo. Mi emoziona ancora pensare di essere nato là sopra. Lo racconterò ai miei figli quando diventerò papà.”

Staff
  • PublishedMay 18, 2024