Cronaca

Omicidio di Saman Abbas: Verità svelate dalla sentenza

Motivazioni e retroscena del tragico evento a Reggio Emilia

Omicidio di Saman Abbas: Verità svelate dalla sentenza

Le motivazioni della sentenza che ha condannato all’ergastolo i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen e a 14 anni lo zio Danish Hasnain per l’omicidio di Saman Abbas sono state rese note oggi, martedì 30 aprile 2024, dalla Corte di assise di Reggio Emilia. La giovane di 18 anni è stata uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Secondo i giudici, la motivazione dell’omicidio non è da attribuire al rifiuto di un matrimonio combinato, come si era ipotizzato inizialmente.

Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea che la verità emersa durante l’istruttoria è diversa: Saman Abbas non è stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato. Questo elemento, sebbene non attenui la gravità del fatto, rappresenta una verità che la Corte ha il dovere di rilevare. Le ragioni dell’omicidio sembrano essere legate al tentativo di fuga della ragazza con il fidanzato Saqib Ayub, una relazione osteggiata dai genitori.

La sera dell’omicidio, Saman e Saqib hanno scoperto delle videoregistrazioni che la ragazza aveva fatto con il ragazzo in chat, scatenando una discussione che ha portato all’omicidio. I genitori, venuti a conoscenza della relazione e del progetto di fuga di Saman, hanno deciso di mettere la ragazza di fronte alla scelta di restare o partire.

Il ruolo dello zio Danish Hasnain, condannato a 14 anni di carcere, è emerso nel momento in cui la ragazza ha confermato di voler andare via di casa. È stato lo zio a intervenire, trovandosi sulla strada di fronte all’abitazione, dove i genitori hanno accompagnato Saman verso la sua tragica fine.

I giudici non escludono che la madre possa essere stata l’esecutrice materiale dell’omicidio. La presenza dei genitori sul luogo del delitto, le telefonate con lo zio e le immagini delle telecamere documentano la loro partecipazione all’evento. La madre, in particolare, sembra essere stata determinante nell’atto finale, bloccando il marito e procedendo con fermezza verso la carraia con Saman.

Shaheen Nazia, la madre di Saman, è attualmente latitante in Pakistan e è stata condannata in contumacia. La sentenza ha evidenziato la complicità e la responsabilità condivisa dei genitori nell’omicidio della loro stessa figlia, sottolineando il coinvolgimento attivo di entrambi nell’evento tragico.