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La repressione dei colori: quando i capelli diventano un simbolo politico

Le conseguenze inaspettate di un'acconciatura e di un abbigliamento in Russia

La repressione dei colori: quando i capelli diventano un simbolo politico

Un giovane russo di nome Stanislav Netessov si è recato in una stazione di polizia a Mosca per denunciare un’aggressione e un furto subiti il giorno precedente. Tuttavia, anziché ricevere aiuto, è stato accusato di discredito dell’esercito e gli è stato notificato un mandato di comparizione all’ufficio di arruolamento militare. Il motivo? I suoi capelli erano tinti con i colori della bandiera ucraina.

La polizia ha interpretato l’acconciatura di Netessov come un simbolo dell’Ucraina e un’offesa nei confronti dell’esercito russo. Secondo quanto riportato da Ovd-Info, un’organizzazione non governativa specializzata nel monitorare la repressione delle voci critiche nei confronti del Cremlino, la polizia ha redatto un rapporto contro il giovane e ha preso le sue impronte digitali. Inoltre, hanno minacciato Netessov dicendogli che avrebbe dovuto “abbracciare la sua terra natale in trincea” e lo hanno convocato al centro di arruolamento militare.

Questo episodio non è un caso isolato. Come evidenziato dalla testata indipendente Novaya Gazeta, il regime di Vladimir Putin ha spesso usato i colori dell’Ucraina come pretesto per reprimere qualsiasi forma di critica. Recentemente, la polizia russa ha fatto irruzione nella casa di una donna di nome Antonida Smolina, residente a Vologda, nel nord-ovest della Russia, a causa di un simbolo “nemico” presente in una foto pubblicata sui social media.

Il simbolo in questione era l’accostamento del giallo della giacca della donna al blu del cielo sullo sfondo. In risposta all’accusa, la donna ha spiegato che non poteva permettersi di comprare vestiti diversi ogni volta che la percezione pubblica dei colori cambiava, come riportato da The New Tab.