Crimini dei soldati russi al ritorno dall’Ucraina
Analisi dei 107 omicidi e 100 feriti commessi
Durante i lunghi mesi di guerra, non solo si sono verificati omicidi, ma anche al ritorno dall’Ucraina, i soldati russi hanno commesso almeno 107 omicidi e ferito altre cento persone. Questi dati emergono da un’inchiesta condotta dal giornale indipendente Verstka, basata su resoconti dei media e documenti giudiziari.
Secondo quanto riportato dal giornale, i militari rientrati dal fronte hanno commesso almeno 84 crimini mortali, tra cui 55 omicidi con 76 vittime, 18 casi di lesioni personali gravi che hanno causato la morte di 18 persone, 9 violazioni stradali che hanno portato alla morte di 11 persone e due casi di istigazione all’uso di stupefacenti che hanno causato la morte di due minorenni.
Il crimine più diffuso è stato l’inflizione intenzionale di lesioni personali gravi, mettendo a rischio la vita delle vittime. I veterani di guerra di ritorno hanno commesso almeno 87 crimini di questo tipo, causando la morte di 18 persone e ferendo gravemente altre 70.
La maggior parte dei soldati responsabili di questi crimini (91) erano reclutati dal carcere e avevano ottenuto l’amnistia per partecipare alla guerra. Altri 84 erano soldati volontari a contratto o militari regolari. Interessante notare che dei 45 soldati amnistiati che hanno commesso omicidi dopo il ritorno dall’Ucraina, 24 erano già recidivi prima di partire per la guerra.
Il giornale analizza alcuni casi specifici e evidenzia che su 134 sentenze pubblicate e analizzate, solo un terzo dei partecipanti alla guerra non ha visto la loro partecipazione ai combattimenti considerata come circostanza attenuante. Inoltre, in 42 casi, i tribunali hanno preso in considerazione il comportamento illegale delle vittime come fattore attenuante.