Giulio Regeni: Le Atroci Torture e il Processo in Egitto
Dettagli sulle violenze subite dal ricercatore e le indagini in corso
Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016, ha subito atroci violenze tra cui calci, bastonate e bruciature. Durante l’udienza del processo per l’omicidio di Regeni, il medico legale Vittorio Fineschi ha ricostruito dettagliatamente le torture inflitte al giovane. Fineschi ha evidenziato che sul corpo di Regeni sono state riscontrate molte delle modalità di tortura documentate nella letteratura scientifica egiziana.
Il medico legale ha citato due studi pubblicati in Egitto riguardanti casi di tortura, uno del 140 casi con elenco dettagliato delle modalità di tortura, e un altro del 2009-2010 con 367 casi di tortura, tra cui bastonate fino alla frattura delle ossa, simili a quelle riscontrate sul corpo di Regeni. Marcello Chiarotti, tossicologo consulente della procura di Roma, ha indicato che la morte di Regeni è stata stimata tra il 31 gennaio e il 2 febbraio 2016.
Chiarotti ha eseguito accertamenti medico-legali il 6 febbraio 2016, confermando che Regeni non aveva fatto uso di sostanze stupefacenti o velenose. Gli imputati nel processo sono quattro agenti egiziani accusati di sequestro di persona pluriaggravato, con uno di loro contestato anche per lesioni personali e omicidio aggravato.
L’accusa sostiene che gli imputati hanno circondato Regeni tra settembre 2015 e gennaio 2016, erroneamente ritenendolo una spia inglese. Durante l’udienza, Fineschi ha criticato gli accertamenti effettuati in Egitto, definendoli incompleti e poco approfonditi rispetto agli standard italiani.
La famiglia Regeni ha richiesto che l’udienza si svolgesse a porte chiuse per rispetto della memoria di Giulio. Al di fuori del tribunale, studenti del liceo Tito Lucrezio Caro di Roma hanno letto brani del libro “Giulio fa cose” scritto dai genitori di Regeni, ringraziati dalla famiglia per aver scelto passaggi significativi che rappresentano lo spirito di Giulio.
